Raimondo (senior) e i Bounty Killers
Nato a piazza Verdi, Carlo Raimondo, papà del comico Saverio, gestisce il suo studio di elaborazione dati contabili, fiscali e amministrativi in via Crati. Svolge anche consulenze per società sportive ed è amministratore unico di un call center dal 2006 con sede a Roma, Sulmona, Chieti e Campobasso. E’ un settantenne con la grande passione per il calcio, la sua squadra del cuore è la Roma, ma soprattutto gioca ancora a pallone con i suoi amici. Per alcuni versi si sente un adolescente e ha nostalgia, come un po’ tutti, dei tempi della sua giovinezza quando frequentava i locali del quartiere Trieste-Salario. Tra questi il numero uno era il Piper.
“Quando aprì – spiega – fu una grande novità. C’entravamo tutti, eravamo oltre cento con i miei compagni di comitiva: finalmente avevamo un posto al chiuso dove poterci incontrare. A quei tempi, infatti, l’unico punto di ritrovo era la casa di qualche amico. Era il periodo dell’Equipe 84, Meteors, Rockes – prosegue – c’era un romanticismo legato al nascere della musica rock. Mi ricordo benissimo che veniva a cantare lì Fred Bongusto, in quel locale si respirava un’aria nuova, di cambiamento, che derivava dal periodo storico perché era il Sessantotto. Al Piper organizzai una festa tra studenti che fu qualcosa di eccezionale. Bei tempi… Quel locale rappresentò una vetrina per i giovani talenti e noi ragazzi ci andavamo per seguire le mode del momento, anche perché un po’ tutti suonavano qualche strumento. Io avevo una mia band, di cui ero il cantante, si chiamava Bounty Killers. Mi dispiace molto sapere che il Piper sta chiudendo: una raccolta di fondi per salvarlo sarebbe da tentare. Per me rappresenta un pezzo della storia della mia vita”.
(Cristiana Ciccolini)