Lodoli critica la deriva social dei docenti
“Oggi purtroppo alcuni insegnanti credono di essere più moderni, più simpatici, più vicini ai loro studenti scambiando l’amicizia su Facebook, commenti e chiacchiere su qualche chat”.
E’ il pensiero espresso, qualche giorno fa, sull’edizione romana del quotidiano La Repubblica da Marco Lodoli. Nell’articolo, il giornalista e scrittore ha commentato la vicenda di cronaca che ha visto coinvolto il professore del liceo Massimo arrestato a Roma per violenza sessuale ai danni di una sua alunna quindicenne.
“Ci si invia reciprocamente – ha detto Lodoli – fotografie di cene, viaggi, feste, si scherza, si ride insieme fuori dal recinto della scuola, come se si facesse parte della stessa comitiva da bar.
E così i rapporti rischiano di intorbidarsi, il rispetto si trasforma in una relazione scivolosa, e chi nasconde pensieri sudici può insinuarli in apprezzamenti ambigui”. Facebook, le chat, Whatsapp secondo lo scrittore del Trieste-Salario sono “zone grigie dove l’apparente amicizia può trasformarsi in qualcosa di torbido e pericoloso”.
(Cristiana Ciccolini)