Trieste-Salario

Ernesto Assante e il mito di John Lennon, 40 anni dopo

di Daniele Petroselli

L’8 dicembre del 1980 moriva uno dei miti della musica mondiale, John Lennon. Ad ucciderlo con alcuni colpi di pistola sotto la sua abitazione di New York Mark David Chapman, un fanatico dei Beatles che soffriva di disturbi psichiatrici. A ricordarlo con un pezzo su Repubblica uno dei massimi esperti, il critico musicale del nostro quartiere Ernesto Assante.

Lui che insieme a Gino Castaldo ha raccontato negli anni la storia della musica non solo in diversi volumi ma anche in tante lezioni di rock all’Auditorium Parco della Musica: “John Lennon è stato uno degli artisti più importanti del secolo scorso, la sua storia personale e artistica ha segnato in maniera indelebile la cultura del Novecento, anzi l’ha cambiata, l’ha spostata, ha contribuito in maniera determinante a portare sul proscenio del mondo non solo una generazione nata e cresciuta mentre la Seconda Guerra Mondiale finiva ma un interno universo, quello dei giovani, che con lui e con i Beatles avevano trovato una voce”, ha scritto Assante.

Una figura chiave quella di Lennon, sbocciata con i Beatles ma che si è dimostrata grande anche dopo: “Quando i Beatles si sciolgono, a McCartney servirà del tempo per tornare ad essere leggenda, lui invece ci metterà qualche settimana, perché nel frattempo aveva trovato Yoko Ono, la sua metà mancante, che lo aiuta a trovare se stesso, a mettere a fuoco le sue tensioni artistiche, personali, politiche, creative, trasformando la sua vita, realizzando album e canzoni di assoluta bellezza”, ha evidenziato Assante.

E ancora oggi, a 40 anni dalla scomparsa dell’artista inglese, il giornalista spiega perché rimane ancora così speciale: “Più passa il tempo e più siamo convinti che la cosa più importante che Lennon e Yoko Ono abbiano fatto, con la loro musica, con le loro azioni, con la loro arte, sia stata quella di essere agenti attivi della pace, mestiere sovversivo in un mondo dominato da conflitti e guerre. E che come loro anche noi, ognuno a suo modo, nel suo piccolo, per quello che può, dovrebbe essere impegnato nell’unica missione che ha senso in questa vita: rendere il mondo migliore di quello che è. Anche per poco, anche con un gesto piccolo, anche soltanto immaginando un mondo migliore. È quello che Lennon canta in Imagine, capolavoro assoluto dell’intera sua storia, che una musica semplice, circolare, perfetta, e un testo che racchiude, con estrema semplicità, quello che è il sogno di un mondo che vive in pace”.


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