D’Amelio e Romamed, pronto soccorso di quartiere
Medici da due generazioni. Nella famiglia della dott.ssa Elisabetta D’Amelio, medico generico specializzato in pediatria sono tutti, o quasi, laureati in medicina o farmacia. “Non potevo fare altro – confida – sono uguale a mio padre: è una questione genetica. Medico si nasce, non lo puoi diventare. Papà è stato un pediatra molto conosciuto nel quartiere. Aveva dieci fratelli, di cui la metà laureati in medicina. Molti miei parenti hanno conseguito questo tipo di studi, alcuni oggi sono anche docenti universitari, e mia figlia minore ha scelto di portare avanti la tradizione”.
Oltre a svolgere la sua attività di medico di famiglia, D’Amelio ha istituito con il collega Fabio D’Andrea un vero e proprio ambulatorio di quartiere: Romamed. “Siamo sessanta professionisti associati – spiega – lavoriamo per smaltire casi considerati in pronto soccorso come codici verdi e bianchi. Nell’ambulatorio di Romamed, aperto 12 ore consecutive in piazza Istria 2, riceviamo anche sabato, domenica, festivi e prefestivi e in questi giorni accogliamo chiunque”.
Quali sono le carenze della sanità italiana? “I medici italiani hanno una preparazione eccelsa – afferma – quando vai all’estero ti rendi conto di quanto sia più completa la nostra preparazione: siamo i più bravi al mondo. Ma la nostra sanità ha molte carenze: è necessario investire nella ricerca e sulla formazione dei giovani medici sostituendo il numero chiuso all’Università con uno sbarramento al secondo anno. I posti per i medici sono sempre meno – conclude – non si crea turn over, e tra qualche anno la quantità di medici sarà insufficiente. Questo è preoccupante”.
(Cristiana Ciccolini)