Cernigliaro e la sua pittura molecolare

Un’istantanea che diventa un quadro. Questo è il talento di Pietro Cernigliaro. Imprimere i ricordi intrappolati in fotografie su una tela. Il pittore, infatti, realizza dipinti che sembrano mosaici partendo da scatti della sua vita, cui si ispira per incastrare tasselli di colore, dalla brillantezza e le sfumature che solo la tecnica della pittura a olio può far emergere. L’intreccio di piccole figure geometriche, lavoro di grande pazienza e precisione, permettono la messa a fuoco del soggetto dipinto solo se lo si osserva a distanza.

“La mia tecnica è unica, l’ho chiamata “molecolare” – spiega –  perché sembra mettere sotto un microscopio la materia. La critica sostiene che mi ispiro al puntinismo di Georges Seurat, ma le mie sono figure geometriche che seguono lo stile del mosaico, sembra astratto ma è figurativo e richiama anche espressionismo”.

L’artista da sempre vive nel quartiere Trieste-Salario, ha iniziato a dedicarsi totalmente alla pittura da quasi vent’anni, quando è andato in pensione dalla professione di assicuratore. Già da bambino amava disegnare, il suo insegnante è stato il famoso pittore Francesco Trombadori. Ha esposto i suoi lavori in luoghi di prestigio in tutta Italia, a Roma a Palazzo Valentini, nella Galleria Nardi Arte e nel Museo Arte Sanitaria. Ma anche all’estero: a giugno 2017 ha tenuto una mostra al centro espositivo Balzavo a Mosca e attualmente tre sue opere si trovano in questo periodo a San Pietroburgo. Tra i personaggi famosi che ha scelto come soggetto c’è anche papa Luciani.

(Cristiana Ciccolini)

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