Roma, 19 Aprile 2024 - 13:58

Storie da tram

Francesca Piro

Anatomopatologa e fondatrice del salotto letterario "“La linea d’ombra”

7 Maggio 2020

Mi piacerebbe avere la pazienza del cane

Il tram corre e salta sulle rotaie. Il traffico langue e sparuti gruppi di macchine attendono ai semafori. Le facciate dei palazzi di viale Regina Margherita corrono veloci dietro i finestrini, ma io non me ne accorgo tanto sono attratta dal cane che con rassegnazione s’è accucciato a terra, quasi davanti ai miei piedi. Sono saliti a bordo insieme, lui e il suo accompagnatore. Il cane ha dato un’annusata, poi ha tirato da un lato; l’uomo che lo teneva al guinzaglio – una semplice e grossa corda con un moschettone in cima – dall’altro. Infine si sono seduti davanti a me. L’uomo s’è messo al cellulare, il cane si è seduto a guardarlo, in attesa. Poi , dopo qualche minuto, visto che nessuno gli rivolgeva parola, un gran sospiro e s’è accucciato.

Il cane incrociato sul tram

Un animale che si mette in pausa è un bel vedere. Ogni volta m’incuriosisce la posizione che assume un gatto, un cane, una mucca quando entra nella condizione di riposo. Muso appoggiato al pavimento, zampe allargate davanti, oppure collo tutto rientrato e zampe ripiegate sotto il busto, o ancora un lento ruminare con lo sguardo fisso su un orizzonte invisibile. Che cosa pensa un animale mentre riposa? Quanto invidio quel tempo lasciato scorrere lento davanti agli occhi! Io non ne sono capace. Ci provo sempre, però. Sul tram succede spesso. Mi si appannano gli occhi tanto rimango immobile e con lo sguardo fisso oltre i vetri, ma poi dopo 5 minuti una scritta, una macchina, qualcuno mi distraggono e vado dietro a quello che ho letto, ho sentito, ho visto. A volte in barca, mentre navighiamo, mi siedo a poppa e guardo lontano, poi succede che mi fisso sull’ondina che lascia la scia della barca, inizio a contare quante volte si fa bianca di spuma…e insomma, fine dei pensieri.

A me viene più facile pensare e fantasticare mentre faccio lavori manuali – pulire casa o cucinare, per esempio sono per me i momenti più creativi – o mentre cammino o quando durante un convegno, mi annoio. Ma mai una volta che io riesca a mettermi lì come questo cane che è sdraiato davanti a me, a pensare. So che non va bene, questo, lo so. Quando lo racconto, c’è sempre qualcuno che mi dice: “Eh, perché tu sei sempre lì che devi fare qualcosa!”. Vero, però in fondo pensare mentre le mie mani passano e ripassano la carta di giornale sui vetri, apre gli orizzonti e li lucida!

Il cane fa un altro sospiro. Che fai? Mediti? E se mediti, come fai? Oppure sogni? Ehi, voltati che ti faccio una foto. Ti distolgo dai tuoi pensieri, lo so, scusami. Un orecchio si alza, mentre il rosa della lingua passa veloce sul naso e sul muso. Un altro sospiro e mi guardi curioso. Scatto ed eccoti, ora si vede bene. Cosa? La pazienza del cane.


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