Roma, 22 Dicembre 2024 - 19:06

Bicicletta senza quartiere

Sandro Calmanti

Climatologo, co-fondatore di Salvaiciclisti-Roma, vive senz'auto

24 Febbraio 2020

Ecco perché ho scelto di vivere senza auto

Il 16 Ottobre è il giorno in cui, nel 1943, le SS rastrellarono il ghetto di Roma deportando ad Auschwitz 1259 persone, di cui 207 fra bambine e bambini.

Il 16 Ottobre del 2018 Pietro, terza media, ha preso la bicicletta per andare a scuola ed era molto emozionato perché quel giorno l’orchestra della Sinopoli, in cui lui suonava il flauto traverso, avrebbe accompagnato con la musica la celebrazione che ogni anno si tiene alla stazione Tiburtina.

Ma il motivo per cui ho un ricordo vivido del 16 ottobre 2018 è un altro: è il giorno in cui ci siamo liberati dell’automobile.

La domanda giusta. Eravamo molto preoccupati di come sarebbe cambiata la nostra vita: e se una volta d’inverno piove? E se una volta dobbiamo fare un viaggio? E se una volta dobbiamo trasportare un carico? E se una volta dobbiamo accompagnare Leo alle gare di scherma? E se una volta veramente ci serve l’auto?

Non possiamo eliminare gli imprevisti, ma stiamo imparando che la domanda giusta da fare è diversa.

È possibile organizzare la propria normalità a Roma, senza possedere un’automobile?

Normalità. Viviamo a Roma, quartiere Trieste-Salario a metà strada fra le stazioni Libia e Sant’Agnese, a pochi minuti dalla stazione Nomentana. Nel raggio di 300 metri abbiamo le fermate di almeno 8 linee di bus, e ci troviamo all’interno delle aree servite da tutti i servizi di car sharing. In più, utilizziamo la bicicletta, un mezzo di trasporto moderno che a Roma molti considerano poco più che un costoso giocattolo. Questa è la normalità.

Perciò abbiamo venduto l’automobile. Ma non spaventatevi, continuiamo ad usarla, ogni volta che è necessaria.

Per esempio, quando accompagniamo Leonardo a scherma, e insieme a lui dobbiamo accompagnare a casa i compagni di squadra, utilizziamo i vari car sharing romani. La scorsa estate abbiamo fatto un viaggio in Puglia, fra mare, ulivi, nodini di mozzarella e matrimoni in masseria, e abbiamo dovuto noleggiare un’auto per una settimana.

Liberarsi del possesso dell’auto non significa rinunciare ad usarla, non significa tornare nelle caverne, come ogni tanto mi dicono: “Ah si certo, vivere senz’auto, allora tanto vale tornare a vivere nelle caverne”.

Denaro. Non possedere più un’automobile comporta invece alcuni vantaggi non da poco.

Non devi più cercare parcheggio: è un problema che non ti riguarda più, anche se nessuno ti restituirà il tempo speso a girare a vuoto, oppure fermo in macchina ad aspettare che si liberi un posto.

Poi lo stipendio. Attualmente godo dell’agio di uno stipendio che non ci fa mancare nulla, dal quale veniva mensilmente trattenuta la rata dell’assicurazione per l’auto. Con quel denaro risparmiato, ogni mese acquisto almeno quattro o cinque libri, pago l’abbonamento a Netflix oppure andiamo a cena fuori. Insomma, in famiglia abbiamo liberato risorse finanziarie, dal capitolo gestione rischi al capitolo intrattenimento.

Inoltre c’è il bollo, la manutenzione, i guasti che ogni volta portano via qualche centinaio di euro, niente revisione, niente multe perché ti sei dimenticato di fare la revisione.

Niente furti! Una volta ci hanno rubato l’auto sotto casa, in via di Trasone. Via di Trasone è molto adatta a questo tipo di furto perché è stretta, senso unico, la puoi bloccare con una scusa qualsiasi e avere tutto il tempo di caricare un’auto e portarla via. Non parcheggiate l’auto in via di Trasone!

Le emergenze. Ok, forse c’è qualche svantaggio a non possedere un’automobile.

Per esempio mi piaceva, ogni tanto, andare, all’autolavaggio, pulire la “mia” auto, passare l’aspirapolvere, pulire i vetri, spruzzare deodorante. Ho dovuto rinunciare a questo piccolo piacere. È pur vero che prendersi cura di una bicicletta dà molte più soddisfazioni. Niente da fare dunque: neanche questo svantaggio. Scusate, ho sbagliato.

Rimangono le emergenze. Qualche settimana fa, Leonardo aveva un torneo di scherma fuori Roma, volevamo portare il nonno e non potevamo certo chiedergli di seguirci in bici. Ho noleggiato un’auto, sono andato a ritirarla all’ultimo minuto utile, ma ho dimenticato a casa la carta di credito con cui avevo appena pagato i 30 euro del noleggio. Il danno e la beffa: non mi hanno dato l’auto e ho dovuto chiedere a mia suocera di prestarmi la sua auto. Sono tragedie che capitano.

Da questa tragedia ho imparato che, in caso di emergenza, l’automobile si può noleggiare solo in cambio di una carta di credito valida.

Vivo a Roma in bicicletta . Non vorrei ora dare l’impressione che in questo blog si parli di automobili. Delle automobili non m’importa.

Invece, vi parlerò di come cambierà la vostra vita quando anche voi inizierete a vivere a Roma in bicicletta. Gonfiate gli pneumatici, lubrificate la catena e controllate i freni. Si parte.

P.S.: “Vivo senz’auto” è il titolo del libro di Linda Maggiori, scrittrice, ambientalista, blogger, giornalista. Edizioni Macro

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