Trieste-Salario | Articoli
Parcheggi, salasso per i residenti: stop alle strisce bianche
di Daniele GalliPagheremo di più. E in qualche zona del quartiere, pagheremo tutti. Anche i residenti. La rivoluzione della sosta nel Trieste-Salario, così come in tutta Roma, è dietro l’angolo. Entro la fine dell’estate, cambierà tutto. La summa della rivoluzione è contenuta nella delibera di Giunta che a marzo sarà discussa dall’Assemblea capitolina. Nelle intenzioni del Campidoglio, la tariffa oraria nel Trieste-Salario dovrà passare da un euro a un euro e 50. E saranno aboliti gli abbonamenti, nel nostro quartiere. Ma c’è di più. Il Comune intende cancellare anche le strisce bianche. Alias, i parcheggi gratuiti.
IL MESSAGGIO
Entriamo nel dettaglio. L’obiettivo della giunta Raggi è quello di disincentivare l’utilizzo della macchina: meno auto in giro si traducono in maggiore velocità dei mezzi pubblici. Messaggio giunto già chiaro e forte al Trieste-Salario: dallo scorso settembre, i viali Libia ed Eritrea sono attraversati da una lunga fila di paletti a protezione della preferenziale. È in questo quadro che si inserisce l’imminente rincaro della sosta tariffata. Roma sarà suddivisa in sei aree. Nel centro storico (zona 1) un’ora di sosta costerà 2 euro per i primi sessanta minuti e 3 euro per quelle successive, contro l’1 euro e 20 attuali. Un salasso in confronto ai 50 centesimi l’ora in più previsti per il Trieste-Salario, ricompreso in zona 2, quella interna all’anello ferroviario.
RESIDENTI NEL MIRINO
In Campidoglio si sono fatti un’idea. Dicono: se facciamo pagare la sosta anche a chi vive nelle strade più ambite del Trieste-Salario, favoriamo la rotazione dei parcheggi. Nel mirino del Comune ci sono viale Libia e viale Eritrea. Sarebbe un contentino per i commercianti della zona Africano, scontenti del potenziamento della preferenziale perché si traduce nell’impossibilità della sosta in doppia fila per i loro clienti. Potenziamento che nel 2020 – lo rivelano fonti di Roma Mobilità – riguarderà anche viale Regina Margherita e corso Trieste, nel tratto compreso tra piazza Istria e piazza Annibaliano.
STRISCE BIANCHE ADDIO
Avete presente le strisce bianche? Ecco, dimenticatevele. Nel Trieste-Salario, saranno eliminate. Eppure, la Cassazione ha più volte stabilito come debba esserci una proporzionalità tra parcheggi a pagamento e posti “free”. L’ultima ordinanza in ordine di tempo è la numero 10615/2018: la Suprema Corte ha annullato una multa della polizia locale di Catania perché il Comune non aveva previsto sufficienti parcheggi liberi in quella specifica zona della città.
IL CAVALLO DI TROIA
Se le cose stanno così, come farà il Campidoglio ad aggirare lo scoglio? Il presidente della Commissione mobilità, Enrico Stefàno, riassume a RomaH24 l’escamotage in tre parole: «Particolare rilevanza urbanistica». Se infatti il Comune attribuisce «particolare rilevanza urbanistica» alle strade del Trieste-Salario, può permettersi di non fissare una quota di parcheggi gratuiti. L’articolo 8 del Codice della strada esenta infatti i Comuni dal prevedere le strisce bianche “per quelle zone di particolare rilevanza urbanistica, opportunamente individuate e delimitate dalla Giunta, nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico”. Va da sé, quindi, che Roma Capitale dovrà compiere questo passo, prima di poter eliminare gli stalli gratuiti.
I PASSAGGI
Una volta approvato in Giunta, il disegno di riforma della sosta a pagamento sarà sottoposto all’esame della Commissione mobilità di Roma Capitale. E a quello dei Municipi. Sono due passaggi obbligati ma poco rilevanti sul piano degli effetti. Nel caso della Commissione, perché il nuovo piano è stato partorito proprio lì, da quell’organismo collegiale che fa capo appunto a Stefàno. Nel caso dei Municipi, perché il loro sarà solo un parere. «Beh, sì, è vero. Ma buona prassi vorrebbe che le nostre proposte fossero prese in esame», dice a RomaH24 la presidente del II Municipio, Francesca Del Bello. «Noi ci stiamo attivando per avviare una discussione aperta a tutti – spiega -. Vogliamo proporre un modello alternativo a quello che si legge sui giornali». E quale sarebbe? «Riguarderà il trasporto pubblico e le aree di sosta», risponde la Del Bello, per adesso senza (voler) chiarire di cosa si tratti nello specifico.
IL TRAGUARDO
Una volta esaurita questa fase dell’iter, la palla passerà a marzo all’Assemblea capitolina per il voto finale. Ma quando entrerà in vigore la riforma? «Lo dobbiamo ancora decidere. Tendenzialmente, dopo l’estate. A settembre», spiega Stefàno. Sono possibili dei dietrofront, in Aula? «Magari passerà qualche emendamento che modificherà leggermente le tariffe. Ma l’impostazione resterà quella». Prima, però, il Campidoglio promette di migliorare l’offerta del trasporto pubblico. «Stiamo acquistando duecento nuovi mezzi – dice ancora Stefàno -. E potenzieremo la flotta dei minibus elettrici». Si scrive mobilità sostenibile, si legge guerra alle auto, si traduce in nuovi rincari. Che nelle strade del commercio del Trieste-Salario colpiranno tutti. Residenti e non. Indistintamente.