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Dopo l’incendio al Tmb, è emergenza raccolta
di Daniela MogaveroUn’esplosione all’alba, poi le fiamme e un incendio che ha impegnato decine di vigili del fuoco per quasi otto ore con una nube densa e nera di fumo che ha asfissiato mezza Roma. Un rogo che ha colpito una delle vasche di ricezione stracariche del Tmb Salario, l’impianto dell’Ama bocciato dalla relazione dell’Arpa e su cui indaga la procura di Roma, che per i fatti di oggi ha aperto un fascicolo per disastro colposo. È emerso, infatti, dai rilievi degli inquirenti che le telecamere erano fuori servizio dal 7 dicembre.
Un’ipotesi, quella del dolo, che è stata avanzata anche dal ministro dell’ambiente Sergio Costa che oggi è stato al Tmb insieme alla sindaca Virginia Raggi, contestata dai presenti, all’assessore regionale al Ciclo dei rifiuti Massimiliano Valeriani e ai rappresentanti delle istituzioni coinvolte nella cabina di regia aperta per gestire la crisi. “Lascia perplessi che proprio quando si fa un lavoro e si prova a sistemare qualcosa parta l’incendio”, ha detto il ministro dell’Ambiente.
Intanto i residenti, l’Osservatorio municipale permanente sul Tmb e il presidente del III Municipio Giovanni Caudo hanno avviato un presidio permanente davanti allo stabilimento Ama di via Salaria contro cui combattono da anni chiedendone la chiusura.
Il problema che si apre adesso è prima di tutto dove portare i rifiuti indifferenziati che confluivano nell’impianto di via Salaria.
La sindaca ha detto più volte che le autorità si sono attivate per trovare una soluzione per il periodo natalizio e per la fase successiva, chiedendo anche ad altre regioni di supplire all’emergenza della Capitale. I cittadini, però, chiedono una risposta definitiva e lamentano che quello che è accaduto oggi non sarebbe successo in un impianto funzionante. Inoltre, nonostante le rassicurazioni dei tecnici sulla nube e la sua non tossicità, restano i timori per gli effetti del rogo nella vasca di ricezione dei rifiuti indifferenziati e quello che abbia potuto trasferire nell’aria della Capitale.
E oggi in varie parti di Roma, soprattutto nel II e nel III Municipio i cittadini sono stati costretti a usare le mascherine per girare per strada.
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