Pingitore e il “mio quartiere dolce”

Il Maestro Pier Francesco Pingitore, detto “Ninni”, vive a Roma dall’età di due anni e da “appena” sessanta è al Trieste-Salario. Il regista, famoso per la ricca produzione cinematografica e per la sua compagnia di cabaret Il Bagaglino, definisce il suo quartiere come un luogo dolce, sorridente che in parte non ha perso quella confidenza di una volta. Un luogo capace di stupire grazie alle architetture fantasiose del Coppedè o ai parchi meravigliosi, come Villa Ada o Villa Chigi.

Il regista, sin dai tempi della guerra, ha visto crescere ed evolvere il Trieste-Salario. “Tutto è cambiato purtroppo, la vita è meno semplice ora e la gente ha un po’ più di paura”, spiega Pingitore. “Ma questo è ancora un quartiere dove si respira una certa serenità”. Il ricordo va ai tempi della guerra, quando Pingitore era bambino e poi alla rinascita dopo il conflitto. “Da una partenza povera, modesta, determinata dalla batosta della guerra, ci si è risollevati e la gente ha ricominciato a vivere meglio”.

Pier Francesco Pingitore
Pier Francesco Pingitore

“C’è sempre stata, almeno allora, una grande solidarietà tra tutti. Ricordo poi l’esplosione di gioia alla fine della guerra”. Il regista spiega come in passato si viveva con più leggerezza, c’era maggior confidenza. Nonostante tutto, il quartiere in parte ha conservato questi tratti da “piccolo paese”. “Da ragazzini giocavamo anche la sera e io avevo la chiave di casa a dieci anni” continua Pingitore. “Questa confidenza, poco a poco, si perse, ma il quartiere rimane sicuramente molto vivibile anche oggi”.

(Filippo Bellantoni)

 

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