13 Agosto 2018 - 13:40 . Trieste . Cronaca
Roberto, il figlio di Agostino: “A settembre un evento per dire grazie al quartiere”
“L’inaugurazione dei nuovi locali sarà l’occasione per ringraziare il quartiere“. Roberto Sechi (nella foto) ha deciso. Lui, figlio dello storico “Agostino”, vuole contraccambiare l’affetto ricevuto dopo la morte del padre. “Dopo la scomparsa di mio papà, il 4 giugno, – spiega a RomaH24 – ci sono stati tutti vicini. I commercianti, gli abitanti, le scuole, persino i vigili. Mia madre e io desideriamo che la riapertura, dopo i lavori di ristrutturazione del locale, rappresenti un momento per stare assieme. E dire grazie al quartiere”.
“Ago”, l’uomo che con la sua pizza ha sfamato generazioni di studenti e non solo, è entrato a tutti gli effetti nel mito del Trieste-Salario. “Mio padre – racconta – riposa a Poggiodomo ora, in provincia di Perugia. È il paese di origine mia madre, gli era molto affezionato”.
A settembre, al posto della storica pizzeria sorgerà un nuovo esercizio commerciale. “Mio padre – dice Roberto – era un amico del quartiere. Iniziò a lavorare giovanissimo, prima con la famiglia Romoli, poi aprendo una sua attività a viale Libia e infine, nel 1987, venne in corso Trieste 66. Qui iniziò la sua storia come Agostino. Ancora adesso le persone che mi riconoscono mi fermano per farmi le condoglianze, pure nel traffico”, aggiunge.
“In quei giorni drammatici di inizio giugno, la serranda della pizzeria sembrava il cancello di Buckingham Palace quando morì Lady Diana. Fiori, lettere, messaggi che tappezzavano la saracinesca abbassata. Il giorno del funerale c’erano almeno 1.200 persone. I vigili, segnati anche loro dal dolore, chiusero temporaneamente il tratto di strada tra piazza Verbano e via Topino, per consentire che tutto avvenisse in sicurezza. La preside del liceo Giulio Cesare addirittura anticipò la chiusura delle lezioni alle 10 per consentire agli studenti di partecipare. Ora desideriamo davvero stringere tutti in un grande abbraccio. Per questo, la riapertura della pizzeria sarà un’occasione speciale”.
La “mangiatoia”, come la definisce Roberto cambierà nell’aspetto, ma “lo spirito resterà lo stesso. Mio papà si alzava presto la notte, solo per preparare la pizza agli studenti delle scuole. Alle 6, il banco era già pieno. Voleva che i bambini potessero portarsi la sua merenda. Con me e mia madre, il sapore della pizza e la gestione familiare saranno ancora i punti fermi”. Nessuno ne dubita.
LEGGI il ricordo di Agostino della scrittrice Isabella Borghese