Dorati, disabilità e il progetto Casaliò

Cristina Dorati vive da sempre nel quartiere. Suo nonno si trasferì qui nel 1918 e da allora la sua famiglia è sempre rimasta nel Trieste-Salario. È una storica dell’arte e una ricercatrice, ha scritto diversi libri: l’ultimo, uscito lo scorso maggio, intitolato “Pier Leone Ghezzi e il contesto artistico della prima metà del Settecento”.

La sua più grande passione però sono i suoi figli, cui si è dedicata molto, in particolare ad Attilio, nato con un deficit cognitivo. “La vita mi ha portato ad interessarmi della vita e dei problemi dei ragazzi disabili, i quali finite le scuole dell’obbligo sono praticamente abbandonati a se stessi”.

“Nel 2003 ho costituito l’associazione Casaliò (acronimo delle iniziali dei figli delle altre due socie fondatrici: Maria Teresa Adamoli, Carla Patrizi) e soltanto nel  2006, grazie alla sensibilità dell’allora sindaco e del presidente della fondazione Bioparco, siamo riusciti a far costruire il Centro di socializzazione per disabili adulti con ritardo cognitivo del municipio e non solo, nel quale sono accolte anche  alcune case famiglia del territorio”. La struttura (via Frescobaldi, vicino al Bioparco) non è un “parcheggio” per persone con disabilità: tiene corsi e laboratori di informatica, scrittura creativa, arteterapia, yoga e tessitura.

“La nostra struttura è un fiore all’occhiello – continua – non percepisce contributi statali: è sovvenzionato dal 5 per mille e dai nostri sforzi, nonostante tutto riusciamo anche a portare in viaggio i ragazzi, a maggio siamo stati in Albania, l’anno prossimo andremo in Grecia”.

Cristina può contare sul sostegno dei volontari, adulti e ragazzi, della chiesa di San Roberto Bellarmino di piazza Ungheria che, insieme ai professionisti che tengono corsi, le danno una grande mano a tenere alta la motivazione in questi ragazzi: “Loro non hanno bisogno di commiserazione – conclude – ma di rafforzare la loro autostima e di sentirsi ogni giorno parte attiva di questa società”.

(Cristiana Ciccolini)