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Piano sociale, il Municipio batte cassa al Campidoglio
di Federica CapatiLe idee ci sono. Ripartire dalle persone, proteggere i più deboli, rispondere al cambiamento di esigenze dei cittadini. L’obiettivo del piano sociale per il triennio 2018-2020, approvato oggi dal Consiglio Municipale, è questo. Ventiquattro servizi tutti dedicati al cittadino, ai suoi bisogni, sanitari o sociali che siano. Quello che manca però sono i fondi. E infatti l’assessorato alle politiche sociali del II Municipio chiederà al Campidoglio 1.850.117 euro. Una cifra cospicua, è vero. Ma solo in questo modo secondo Caterina Boca, consigliera in quota PD per le politiche sociali e coordinatrice del progetto, sarà possibile attuare il piano.
All’origine del piano
L’iniziativa parte da lontano, da #RomaAscoltaRoma, la campagna lanciata dal Campidoglio per arrivare alla redazione di un “piano sociale cittadino” attraverso la consultazione dei romani. Arrivato in commissione politiche sociali, è stata fatta una prima lettura legandola alle esigenze del territorio. “Abbiamo voluto dare una risposta alle nuove esigenze – spiega l’assessore alle politiche sociali, Cecilia d’Elia – ognuno ha diversi problemi nella propria esistenza. La disabilità, la malattia e tutte le nuove tensioni nella famiglia, che poi è la prima realtà con cui si scontra un individuo. E poi la grande questione dei flussi migratori”.
La funzione del Punto unico di accesso
“Il nucleo da cui vogliamo partire è la famiglia – le fa eco la consigliera Boca nel presentare il piano – perché la famiglia è la prima che si scontra con i problemi. Un minore in difficoltà, un figlio disabile, un anziano con l’Alzheimer. La famiglia, per prima, ha bisogno di sostegno per tutte queste situazioni”. Ma come verranno realizzati questi servizi? “Il Pua è il primo passaggio, è dove la domanda viene espressa”, spiega Boca. Il punto unico di accesso, alias “Pua”, è il luogo dove Asl e Municipio lavorano insieme. Nel Trieste-Salario, da marzo è attivo uno sportello in via Tripolitania, figlio anche questo delle politiche sociali del II Municipio. È il “Pua” che risponde nell’immediato a tutte le esigenze dei cittadini. Attraverso le richieste – ben 1397 nel primo semestre 2017 – si capiscono le necessità dei cittadini. E si arriva così ai servizi di secondo livello, illustrati nel piano: laboratori per i disabili, centri diurni per i senzatetto, sportelli per famiglie con persone affette da Alzheimer. I progetti toccano tutti i “target”, tutte le categorie.
Il Municipio va in rete (sociale)
Ognuno di questi progetti ha uno specifico piano di realizzazione. “Per la sua attuazione, ancora prima sarà importante costruire una rete sociale tra amministrazioni, Asl e associazioni – conclude Boca – e solo attraverso questa rete sarà possibile venire incontro alle esigenze e ai bisogni di tutti, per dare una risposta immediata al cittadino partendo dal territorio in cui vive”. Fondi di Roma Capitale permettendo, naturalmente.