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Osservatorio Sherwood: “Villa Ada rischia una strage di alberi”
di Antonio Tiso
Chi frequenta abitualmente Villa Ada lo ha notato da alcune settimane: alberi tagliati in diverse zone del parco, soprattutto nella parte alta. I tronchi sono stati lasciati sui prati, in attesa di essere recuperati e portati via, ma non è la sola anomalia riscontrata: molte altre piante hanno una croce dipinta di rosso sulla corteccia.
“Sui tagli nessuna spiegazione”
Per spiegare il mistero ci siamo rivolti all’Osservatorio Sherwood, un’associazione che da anni si occupa della salvaguardia di quella che è considerata l’unica foresta urbana d’Europa. “E’ curioso che questi interventi siano stati fatti nella zona alta, vicino all’area giochi, già sistemata poco tempo fa – spiega Lorenzo Grassi, presidente del gruppo ambientalista -. Nei giorni passati ne sono stati tagliati altri 5. Abbiamo chiesto spiegazioni, ma non ci è stata data alcuna risposta”. Secondo Grassi la scelta è stata effettuata senza una valutazione corretta: “Si è proceduto a un ennesimo taglio drastico. Se c’è una ragione di sicurezza gli alberi possono e devono essere tagliati, ma questo deve avvenire contestualmente alla programmazione di un piano per metterne di nuovi: il rischio è che questa porzione diventi un deserto. Senza l’ombra dei grandi pini questa estate avremo delle bolle di calore”. L’associazione vorrebbe che certe decisioni venissero concertate: “Abbiamo chiesto che il Dipartimento Ambiente del Comune di Roma faccia chiarezza, prima di procedere devono essere essere presentate delle relazioni tecniche. Le associazioni vanno coinvolte: gli alberi vanno considerati come cittadini romani”.
“Condanna a morte per le piante”
Lorenzo Grassi poi spiega anche la presenza dei segni rossi su diversi pini della villa: “Questa è l’altra sorpresa di Villa Ada. Su decine di pini, ne abbiamo contati più di 50, sono comparse delle croci rosse. Abbiamo chiesto spiegazioni al Servizio Giardini che, dopo aver preso tempo, ci ha risposto che servono solo per monitorare le piante”. La realtà, approfondita solo dopo numerose richieste, è diversa: “Hanno ammesso che è una “condanna a morte”. Queste operazioni, spiega ancora Grassi, sono state fatte appaltando il servizio: “Chi ha fatto la valutazione? E’ stata effettuata da una ditta esterna, ma il comune ha replicato che rivedrà queste relazioni, che probabilmente sono state fatte a vista, non strumentalmente. Essendo una ditta esterna, ha tutto il vantaggio di dire che devono essere abbattuti per scaricarsi da eventuali responsabilità”.
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