20 Maggio 2022 - 7:36 . Trieste-Salario . Cronaca

Piper, sigilli per quattro giorni dopo le risse tra giovani. I residenti: “Qui non si vive più”

L'ingresso del Piper Club a via Tagliamento 9
L'ingresso del Piper Club a via Tagliamento 9

di Marco Barbaliscia 

L’iconico portoncino nero e rosso chiuso, così come il cancello adiacente. Musica spenta e sale da ballo deserte al Piper Club, la storica discoteca del Trieste-Salario, sita in via Tagliamento 9. Per quattro giorni (19-22 maggio) il locale non ha aperto al pubblico.

Il motivo? I carabinieri hanno eseguito il decreto, firmato dal questore, che impone al Piper la chiusura per quattro giorni. Una decisione motivata da cinque risse registrate dagli agenti della compagnia Parioli da dicembre ad oggi. L’ultima, in ordine cronologico, è avvenuta lo scorso 29 aprile. Un ragazzo minorenne sarebbe stato infatti aggredito e preso a pugni da un buttafuori della discoteca riportando una prognosi di trenta giorni.

Il locale, punto di riferimento negli anni del boom economico, è stato inaugurato nel 1965 ed è diventato in poco tempo un simbolo di un’intera generazione. Negli ultimi tempi, però, la situazione sembra avere preso una brutta piega. Il Piper è frequentato da giovanissimi, spesso minorenni, e i fine settimana si trasformano spesso in una “agonia” così dicono i residenti che abitano vicino alla discoteca.

Piper, i racconti dei residenti sulla movida

Piper
Il Piper Club chiuso per quattro giorni dal questore: l’avviso all’ingresso

Il problema della mala-movida è testimoniato da chi abita in prossimità della discoteca. “Dal giovedì alla domenica qui non si dorme più”, ci racconta Paola, signora che ha un appartamento di fronte al Piper. “I marciapiedi, sino alle 5, 6 del mattino, si riempiono di ragazzi, anche molto giovani, dai 13 ai 18 anni. Nella migliore delle ipotesi chiacchierano o parlano a voce alta, ma spesso la situazione degenera e assistiamo a mini-risse quasi ogni weekend”.

Pensieri e parole condivise anche da un portiere che lavora in una palazzina di via Tagliamento: “La mattina dopo l’apertura del Piper trovo decine di bottiglie per strada. Qualche volta mi è capitato anche di dover ripulire la facciata del palazzo da scritte vandaliche. Quando arriva il giovedì tengo poi a spostare la macchina perché in più di un’occasione è capitato di trovare specchietti rotti o fiancate rigate”.

La concentrazione di giovani e i pochi controlli da parte delle forze dell’ordine portano spesso a situazioni spiacevoli. “Da scherzi più infantili, come suonare i citofoni in piena notte, ai danni alle automobili: vivo a via Tagliamento da quasi 30 anni ed è sempre stato così”, racconta a Roma H24 il signor Saverio. Il problema – sottolinea – “non è tanto cosa succede dentro il locale, ma fuori. In discoteca la musica alta, il drink, sono normali, ma in strada avviene il caos. Decine di ragazzi arrivano qui spesso già ubriachi e solo con la volontà di creare confusione”.

Una mattina, racconta il signor Saverio, “mi sono alzato alle 5 per accompagnare un amico all’aeroporto. Il marciapiede di via Tagliamento sembrava il far-west: bottiglie in strada, vomito e degrado totale. Spesso mi è anche capitato di vedere ragazzi espletare bisogni fisiologici sui muri, solo per il gusto della bravata”.

Movida e disagi fuori dal Piper: quali soluzioni?

Le testimonianze raccontano quasi tutte le stesse storie. Ma come porre rimedio a questa situazione? “I sigilli per quattro giorni? Per me non servono a nulla, quando riaprirà cosa cambierà? Probabilmente poco o nulla”, dice rassegnato Saverio. Che aggiunge: “Le discoteche come il Piper non dovrebbero trovarsi vicino alle palazzine o in quartieri residenziali, ma fuori città dove il rumore non disturba la gente che dorme. Qui non si vive più”.

Giorgio Tammaro, proprietario della discoteca è intervenuto sulla vicenda in un’intervista rilasciata a ‘La Repubblica’ e pubblicata nell’edizione di giovedì 19 maggio: “Non sappiamo ciò che accade all’esterno della nostra attività. Da dopo la pandemia i ragazzi sono molto agitati, scattano per nulla. La selezione all’ingresso è volta a far entrare le persone più tranquille possibile, ma di quello che succede fuori non abbiamo colpe”.

All’ingresso del Piper, intanto, è stato affisso un avviso: “All’uscita del locale si prega di rispettare le regole della buona educazione. Evitare discussioni ad alta voce, schiamazzi e di sbattere le portiere delle auto. Il vicinato ha diritto di dormire”, Un appello, al momento, caduto nel vuoto.

Il comunicato del Piper

Il Piper Club, in una nota su Facebook, ha commentato l’ordinanza di chiusura emessa dal questore per quattro giorni: “Il locale, in tutta questa storia, si dichiara vittima di un sistema di norme antiquato, risalente al 1936, fatte in pieno regime fascista. Queste non sono più attuali e non risolvono i problemi di ordine e sicurezza pubblica, principi ai quali il legislatore del tempo si era ispirato”.

Inoltre – si legge – “il Piper è vittima in questo momento di un attacco mediatico da parte di alcuni giornalisti perché sfruttano la notorietà del club per fare click inserendo notizie spesso false e tendenziose per le quali assumeremo ogni idonea iniziativa prevista dalla legge a tutela del buon nome del locale, della sua attività e dei suoi collaboratori”.

Il comunicato spiega poi le tre norme che rendono ai locali impossibile intervenire. Eccole di seguito:

– Un locale aperto al pubblico non può fare selezione all’ingresso. Questo principio comporta che il gestore del locale non è in grado di selezionare la propria clientela e di conseguenza se persone con brutte intenzioni si avvicinano al locale e vogliono entrare non abbiamo gli strumenti legali per respingerli.

– Le norme di pubblica sicurezza non permettono agli addetti al controllo delle agenzie, con le quali collaboriamo, di intervenire in caso di comportamenti scorretti degli avventori maleducati. Le norme prevedono che solo la polizia possa intervenire per mettere fine ad una eventuale diatriba tra avventori.

– Le norme impongono al gestore di chiamare le forze dell’ordine che a quel punto intervengo, ma generalmente a fatti già conclusi, ovvero quando il danno è stato già fatto. E per questo motivo le autorità di pubblica sicurezza sanzionano il locale con l’ordinanza di chiusura.

Non ci vuole molto a capire, – chiude il comunicato – “che così stando le norme, non è possibile immaginare una collaborazione fattiva da parte dei gestori che non hanno alcun strumento per tutelare la sicurezza nei propri locali e per di più se si autodenunciano vengono sanzionati con multe salate, chiusure per diversi giorni e, se non addirittura, la revoca della licenza”.

Sicurezza nei locali: la posizione del Piper

Cosa si può fare, dunque per risolvere il problema? Il Piper Club già dal 2018 ha iniziato un progetto virtuoso per migliorare la sicurezza nei propri locali. Quando un locale dimostra con i fatti che ha avviato un percorso di collaborazione e partenariato con le istituzioni, – si legge nel comunicato – “oggi si viene a contestare, al Piper Club, che ci sono stati 5 episodi di violenza all’interno del locale”.

Infine, chiude la nota, “vogliamo spendere un’ultima parola in merito all’episodio del 28 aprile, che ha visto un ragazzo essere colpito da un addetto al controllo all’interno del nostro locale. Chiediamo infatti di incontrare la famiglia per capire meglio cosa sia successo quella sera e per permetterci di individuare le iniziative migliori affinché fatti di questo genere non accadano più”.