È stata sgomberata nella mattinata del 28 febbraio l’area di viale Pretoriano, tra la stazione Termini e l’università La Sapienza, occupata da diversi giorni da alcune decine di tende e altrettanti senza dimora. Le operazioni sono state portate a termine dalle forze dell’ordine, con la presenza della sala operativa sociale, e dal personale di Ama.

Sul posto l’assessore alle politiche Sociali del I Municipio Stefano Marin: “Abbiamo organizzato un momento di accoglienza con la sala operativa sociale — commenta all’agenzia Dire — poi successivamente abbiamo tolto le tende e i vari materiali che erano qui da tantissimo tempo. Il nostro obiettivo è di creare un’accoglienza e un monitoraggio quotidiani. Nelle prossime ore con la presidente Bonaccorsi sensibilizzeremo il sindaco Gualtieri per capire come possiamo affrontare definitivamente questo problema”.

Durante un tavolo tecnico promosso dalla Questura nei giorni scorsi, il Comune aveva proposto di realizzare una cancellata per evitare il ritorno delle abitazioni di fortuna lungo le mura. Alcuni dei presenti non erano in possesso dei documenti e quindi sono stati portati al riconoscimento. “Non li lasceremo soli, gli daremo accoglienza e li seguiremo” — ha aggiunto Marin.

Alessandro Radicchi, dell’associazione Binario 95, ha fatto sapere che “questa operazione non nasce adesso. Da più di un mese, insieme a Caritas e Sant’Egidio, con la regia della sala operativa sociale, abbiamo cercato uno per uno di capire quali fossero le esigenze delle persone e proporgli una soluzione. Quindi più di venti persone che stavano qui sono state già accolte nel circuito di Roma Capitale. Questa mattina un’altra decina di persone ha accettato l’accoglienza, mentre alcune di loro non avevano i documenti, quindi sono state portate a via Patini per l’identificazione e poi saranno prese in carico. A Roma servono strutture a bassa soglia, come i tendoni di piazza dei Cinquecento e Testaccio, che facciano accedere queste persone ad un primo livello di servizi, poi chiaramente deve arrivare il secondo livello. Cioè deve arrivare la cura sanitaria e devono arrivare i documenti e la residenza anagrafica. Tutto quello che un sistema come quello che Roma sta cercando di fare, perché non possiamo permetterci di non dare una soluzione”.