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In via Veniero la guerra (dialettica) delle pedane

di Sergio Campofiorito

Tre locali, tre pedane, quindici posti auto saltati, un cartello. In via Sebastiano Veniero, nelle vicinanze con l’intersezione con via Mocenigo, è guerra (dialettica) tra ristoratori e residenti.

Le pedane in via Sebastiano Veniero

In una finestra al primo piano di una palazzina al civico 22 è stato esposto un cartellone, l’autore, che vive davanti alle pedane appena installate, lamenta: “Giù le mani dal suolo pubblico!! Questo appartiene alla collettività che vuole muoversi liberamente sui marciapiedi e parcheggiare l’auto nella aree di sosta invece di trovarle invase da tavolini dati in concessione esclusiva ai privati. Basta privilegiare il privato a scapito del pubblico!!”. Il messaggio, neanche tanto velato, ha un duplice destinatario, Comune e ristoratori.

Una delibera del Campidoglio, votata il 7 luglio, consente ai ristoratori capitolini di aumentare l’occupazione di suolo pubblico, marciapiedi e parcheggi compresi (strisce blue o bianche non fa differenza), fino al 50% nel centro storico e fino al 70% nelle altre zone della città. Una decisione che ha diviso la città, tra chi plaude alla scelta della giunta per permettere ai ristoratori di mantenere le distanze di sicurezza tra i clienti e così di non dover chiudere la porta a nessuno, e chi invece dispera per la mancanza di posti auto.

L’immagine del cartello ha scatenato il dibattito sui gruppi social del quartiere, tra chi (sempre meno) simpatizza con i ristoratori, gravemente colpiti dall’emergenza pandemica, e chi, invece, desidera il ritorno dei tanti agognati parcheggi.

LEGGI il calcolo di quanti parcheggi erodono le pedane


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