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Crolli e tagli indiscriminati, dal 2018 spariti 600 alberi

di Gianluca Colletta

È sparito un piccolo bosco dalle strade di Prati. E non si tratta solo di un fattore estetico, di decoro urbano. Ogni albero assorbe in media – a seconda delle dimensioni – dai 10 ai 20 chilogrammi di anidride carbonica all’anno. Mentre sono 60 mila i decessi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, determinati ogni anno dall’inquinamento atmosferico in Italia.

La presenza di alberi nelle città è fondamentale. Nel giro di appena cinque anni, però, si è passati dai 12 caduti in tutta Roma nel 2013 ai circa 400 del 2018. E il 2019 è iniziato con 200 crolli in appena due mesi e mezzo. Il più grave si è verificato il 25 febbraio in viale Mazzini: un pino marittimo di trenta metri si è abbattuto su tre auto. Il crollo ha causato il ferimento di due persone, di cui uno grave.

E Prati è una delle zone più colpite dal fenomeno. Letteralmente. Stando ai dati del dipartimento Ambiente di Roma Capitale, negli ultimi due anni sono scomparsi ben 300 alberi, sui 1.250 tagliati in tutta Roma. La sindaca Raggi si è difesa sostenendo come molti fusti siano giunti a fine vita e vadano sostituiti.

Sul taglio sono state aperte, però, due inchieste da parte della Procura e della Corte dei Conti, in seguito a un esposto del I Municipio. Il sospetto è che i fondi per il monitoraggio siano stati usati male. L’ipotesi è che siano state abbattute delle piante sane al posto di quelle malate. Quei pochi uomini rimasti in organico al Servizio giardini – erano 1800 negli anni ’80, sono circa 180 oggi – non riescono a far fronte da soli alle esigenze della città.

E neanche i grandi appalti sono riusciti a porre rimedio alla situazione. Il budget per l’abbattimento, stanziato nell’ultimo bando, si è esaurito quasi subito e ad aprile scadranno tutti i lotti della gara. La conseguenza è che lungo le strade di Roma ci saranno alberi da abbattere su cui non sarà possibile intervenire.

Eppure, i soldi ci sarebbero. Sono i 5 milioni di euro del Giubileo del 2000. L’Agenzia nazionale anticorruzione avrebbe tuttavia riscontrato delle irregolarità nella gara, bloccando l’appalto. Stessa sorte è toccata all’acquisto di 700 nuove alberature da piantare in sostituzione di quelle tagliate. Paradossale, per un quartiere che si chiama Prati.

Cittadini giardinieri

Dove non arriva il Campidoglio, ci pensano i cittadini. I comitati di quartiere stanno utilizzando lo strumento dell’adozione delle aree verdi per mantenere puliti parchi e zone gioco. In Prati sono cinque i punti che godono di questa particolare attenzione. Come i giardini dentro la stazione metro Cipro o piazza Mazzini, gestiti rispettivamente dall’associazione “Nazionale tutte le età attive per la solidarietà Roma e provincia” e “Senza schemi”. In alcuni casi, le aree sono date in adozione a nomi eccellenti, come la S.S. Lazio atletica leggera, che si occupa di piazza della Libertà, o a singoli cittadini, come lo spartitraffico di via Muggia. L’area giochi di via Prestinari è stata adottata da “Roma Tesoro verde onlus”. C’è poi chi come il comitato Trionfalmente 17 ha provveduto da solo alla sostituzione degli alberi caduti.

Il parere degli esperti

Non c’è un solo motivo alla base del crollo degli alberi. Secondo gli agronomi, un ruolo importante lo giocano i cambiamenti climatici, il crescente inquinamento atmosferico ed eventi meteorologici sempre più imprevedibili. «La gente pensa che queste cose non ci tocchino – sottolinea a RomaH24 l’agronomo forestale Franco Paolinelli – ma non è così. Per carità, non voglio dire con questo che non siano stati anche sbagliati alcuni interventi di potatura, o che non siano stati compiuti tagli indiscriminati. Elementi, questi, che hanno fatto ammalare le piante». A volte, quindi, la colpa è dell’uomo. «I pini hanno dato prova di grande resistenza – spiega l’agronomo forestale Pierfrancesco Malandrino -. Le piante scontano anni di scavi e danneggiamenti radicali. Sono stressate da un punto di vista fisiologico».

Cosa dicono le norme

Per ogni albero abbattuto, ne deve essere piantato uno nuovo. È scritto nel regolamento del verde di Roma, approvato nel 2012 e tutt’ora in vigore, in attesa del prossimo, che attende l’ok dell’assemblea capitolina. Secondo queste disposizioni, la procedura prevede un’analisi del contesto dal punto di vista percettivo, microclimatico e storico/paesaggistico del sito, la  definizione del cronoprogramma di sostituzione, la scelta delle specie da impiantare e la pianificazione dell’intervento in rapporto al contesto urbano. I nuovi alberi devono avere una circonferenza minima di 25/30 centimetri e un’altezza non inferiore a 4 metri. La sostituzione può avvenire per motivi di sicurezza o anche perché le piante sono giunte alla fine del proprio ciclo vitale. A certificarlo dovrà essere una perizia fitosanitaria redatta da esperti del settore.

Mappatura

Non c’è una mappa precisa delle zone più colpite dal fenomeno. In totale, in tutta Prati, sono stati persi nell’ultimo anno e mezzo circa 300 alberi. Lungo le strade del quartiere è così possibile vedere tronchi tagliati di netto che spuntano dal marciapiede o quadrati ormai ricoperti d’erba a indicare che lì un tempo c’erano degli alberi. Di sicuro, le strade più colpite sono via Carso, via Grazioli Lante e viale Angelico, ma i segni sono quasi ovunque. Da via Sabotino a via dei Gracchi, da via Andrea Doria a via Prestinari, da via Leone IV a via Settembrini. In totale in Prati ci sono 383 vie alberate. Una caratteristica che ha reso nel tempo il quartiere unico in tutta la città. Il rischio, adesso, è quello di dovere assistere a un mutamento dello skyline di Prati.

Il confronto con l’estero

Molte città europee prevedono la sostituzione immediata degli alberi abbattuti o crollati. Londra ha stanziato 520 mila euro per piantare 40 mila nuovi fusti tra ottobre 2018 e marzo 2019. Anche a Madrid fanno le cose per bene. Nel “Plan de infraestructura verde y biodiversidad”, un punto del documento è dedicato all’incremento del numero e della varietà delle piante. La capitale della Spagna – che come Roma ospita una maggioranza di pini – conta quasi sei milioni di alberi. Anche Parigi si distingue per la cura del verde verticale: tra il 18 marzo e il 5 aprile, il Service de l’arbre et des bois de la Ville de Paris ha ripiantato 100 piante, a fronte di 20 abbattimenti, con tanto di specifica che gli alberi rimossi «saranno rimpiazzati con esemplari più giovani, della stessa essenza arborea, durante il prossimo inverno».

Le stranezze del regolamento sul verde

Il nuovo regolamento del verde classifica le aree verdi e introduce delle sanzioni per chi danneggia piante e arredi. Non mancano però alcune perplessità.«Consideriamo irrealistica la misura di 8 metri quadrati di spazio da lasciare intorno agli alberi – dice a RomaH24 il consigliere di Italia Nostra, Federico Lapadula –. In molti casi, i marciapiedi non sono così grandi da far rispettare il regolamento». Un altro punto controverso è quello dell’adozione degli alberi.«Non è chiaro in cosa consista», spiega a RomaH24 Giorgio Osti, del comitato “Tor Carbone–fotografia”. «Di solito – aggiunge – si intende solo la segnalazione dei problemi». In altre parole, taglio e potatura da parte dei privati sarebbero sempre vietati, anche se «si sta valutando – avverte Osti -, l’ipotesi di permetterlo, sotto la vigilanza del Servizio giardini».

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