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Antonello Falqui e via Teulada 66. Il ricordo del “maestro del varietà”

di Luisa Urbani

La storia del Centro di produzione Rai di Via Teulada è strettamente legata al nome di Antonello Falqui, conosciuto come il “maestro del varietà”.

Grazie ai suoi spettacoli, in quarant’anni di carriera, Falqui ha radunato milioni di telespettatori intorno al piccolo schermo, prima in bianco e nero e poi a colori.

Uomo di poche parole, instancabile lavoratore, autore e regista di indimenticati programmi televisivi, “il maestro del varietà” ha vissuto la maggior parte della sua carriera televisiva negli studi di via Teulada, contenitori di importanti programmi firmati Rai.

Falqui non ama entrare nei dettagli del suo lavoro quando ne parla. È un uomo molto riservato e “lontano” da ogni cosa realizzata. Quello che più colpisce in lui è l’apparente distacco con cui ripercorre certe esperienze.

Quando ha iniziato la sua carriera in Rai?

“Nel 1952. Sono entrato alla Rai di Milano grazie ad una borsa di studio. A Milano sono rimasto due anni finché la televisione non è diventata nazionale. Così nel 1954 mi sono trasferito a Roma dove ho iniziato a lavorare nel Centro di via Teulada”.

 Lei dunque ha visto “nascere” il Centro di via Teulada. Cosa ricorda dei primi anni?

“Inizialmente il Centro era formato da cinque studi. Era molto attivo: c’era un sacco di produzione. Ricordo il continuo via vai di gente, dentro gli studi e nel grande cortile interno. In quegli anni si lavorava molto, oltre dieci ore al giorno. Il lavoro di preparazione era molto lungo: erano programmi compositi. Occorrevano mesi di lavoro per gli spettacoli di varietà del sabato sera. Ci mettevamo settimane per preparare uno show. L’unico giorno di riposo sarebbe stato la domenica, ma c’era la riunione per organizzare i programmi e quindi, alla fine, si lavorava sette giorni su sette”.

Come è cambiato il centro di via Teulada?

“Prima quasi tutta la produzione Rai era lì: dai telegiornali ai programmi.  Negli anni ’90 poi, dopo la costruzione del Centro Rai di Saxa Rubra i telegiornali furono spostati lì e a Teulada rimasero solo i programmi. Inoltre era un centro autosufficiente perché c’era tutto quello che serviva, dal reparto scenografia alla falegnameria”.

 Da Via Teulada sono andati in onda molti programmi di punta della Rai. Quali ha girato?

“Il Musichiere. È andato in onda sul primo canale Rai il sabato sera per novanta puntate, dal 7 dicembre 1957 al 7 maggio 1960. Era un gioco musicale a quiz. Lo giravamo in quello che poi è diventato lo Studio Uno. Fu un grande successo”.

Un episodio particolare legato a “Il Musichiere”?

“Ricordo l’arrivo di un’ ospite che aveva un vestito molto scollato e, prima di andare in onda, le fu fatta indossare una sciarpa per coprire il seno. Questo per sottolineare quanto la televisione di un tempo era diversa. C’era una mentalità molto differente da quella di oggi”.

Una televisione diversa da quella attuale. Come è cambiata in questi anni?

“I grandi risultati di un tempo oggi non ci sono più.  Allora si arrivava anche a 21 milioni di telespettatori. Oggi se si raggiungono i quattro milioni si fanno grandi feste.

Il motivo?

“Oggi in televisione c’è molta più scelta: solo la stessa Rai ha oltre dieci canali, molti di più rispetto agli inizi. La Rai è stata considerata una “mamma” perché entrava in tutte le case. Ricordo che il sabato sera la gente non andava al cinema perché preferiva vedere la tv. Oggi non è più così.”

Altri programmi che ha girato a Teulada?

“Studio Uno.  Era un varietà che prendeva il nome proprio dallo Studio 1 di via Teulada, dove lo show veniva registrato. La prima trasmissione andò in onda il 21 ottobre 1961. Ebbe un grande successo in termini di gradimento del pubblico, soprattutto grazie al suo stile innovativo. Niente scenografie sfarzose, ma la semplicità di ampi spazi con arredi essenziali e con movimenti e cambi di scena a vista per favorire la partecipazione degli ospiti e l’esecuzione dei balletti”.

LEGGI lo speciale sull’anniversario del Centro Rai (a cura di Marco Liberati)

 

 

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