Prati | Articoli

Anche per i negozi è fase 2, ecco il 18 maggio raccontato dai nostri commercianti

di Sergio Campofiorito

Si alzano le saracinesche del quartiere, ma non tutte. Dopo 69 giorni di letargia da Coronavirus delle attività commerciali “non necessarie”, Prati, come il resto del Paese, fa un passo avanti verso la normalità.

Dal 18 maggio, è nuovamente possibile sorseggiare un buon caffè al bar, farsi i tagliare i capelli da un professionista, le signore tornano nei centri estetici e i ristoranti servono la gricia ai tavoli, rigorosamente a distanza di sicurezza. C’è chi non vedeva l’ora di tornare al lavoro, chi ha già la fila dietro alla porta, chi si è adattato all’emergenza per sopravvivere e chi, invece, per protesta ha incrociato le braccia. Come i commercianti di Borgo che hanno come clientela principale i turisti. Che non ci sono.

La protesta dei commercianti a pochi passi dal Vaticano

Mancano i turisti a Borgo e i professionisti a Prati che lavorano in smartworking, mentre la Rai, l’asset più importante del quartiere (insieme ai tribunali) per il suo indotto, deve ancora riprendersi. Basta fare un po’ di zapping tra i canali per rendersene conto: fin quando trasmetteranno repliche di vecchi programmi, molte attività nei dintorni saranno in sofferenza.

BAR

La giornata inizia presto, col rito del caffè. Al bar Pippo di viale Angelico 91 è tutto predisposto: locale sanificato, tavolini a distanza, gel a disposizione dei clienti. Mancano i clienti. “Una signora ha chiesto un caffè da portare via anziché sedersi, ‘per abitudine’, ha detto – commenta il proprietario Filippo Ferrara, 75 anni – Fin quando non riaprono gli uffici ci sarà poca gente”.

Daniele Proia
Daniele Proia

In via Sabotino 13, Daniele Proia, 25 anni, dipendente del bar Quintessenza, fa un resoconto degli incassi delle prime due ore di (ri)apertura: “5 euro, a quest’ora di solito erano 150 euro. Le cause? La Rai lavora a regime minimo e i professionisti lavorano da casa”.

Pochi metri più in là, Maurzio Antonini, 40 anni, titolare dello storico bar – pasticceria, ha scelto una “finta” apertura: “Abbiamo preferito non far accedere la clientela nel locale per evitare soste troppe lunghe e di conseguenza code all’esterno. Abbiamo messo i tavolini fuori, a distanza di sicurezza, che vengono continuamente sanificati da un dipendente, in questo modo ognuno può godersi la colazione senza aspettare il proprio turno”.

LA PROTESTA

Maurizio Antonini, il proprietario del bar di via Sabotino

Intanto, all’ombra del Cupolone, monta la protesta. L’associazione commercianti di Borgo, presieduta da Ilaria Bussiglieri e l’associazione Roma produttiva, presieduta da Giulio Anticoli, hanno inscenato un flash mob in via della Conciliazione le cui attività (hotel, ristorazione, souvenir e articoli religiosi) vivono principalmente, se non esclusivamente, di turismo: “Chiediamo di essere equiparati alle attività turistiche – l’appello di Bussiglieri – al fine di ricevere le stesse agevolazioni. A rischio non sono soltanto i nostri negozi, ma soprattutto circa seicento dipendenti”.

RISTORANTI

Si fa l’ora di pranzo, c’è chi, durante il lockdown, ha colto un’opportunità, quella del take-away. Se fino a tre mesi al ristorante Lievito Prati di via Andrea Doria 12 bastavano due sacche termiche per l’asporto, adesso dieci sono a malapena sufficienti. “Nell’emergenza ci siamo reinventati – spiega il titolare, Alessandro Benedetti, 51 anni -. Ovviamente da oggi apriamo anche noi”.

BARBIERI E CENTRI ESTETICI

Simone Pacini

Dopo mesi di azzardi casalinghi, con congiunti improvvisati parrucchieri, finalmente è possibile andare dal barbiere. Anche questo è un rito. “Per le prossime due settimane abbiamo l’agenda piena” – esulta Simone Pacini, 40 anni, titolare della Barberia Bravi Ragazzi di via Sabotino 39.

Accanto c’è Cbs Wellness Roma, centro estetico che dà lavoro a quindici dipendenti. “Grazie alla grandezza del locale per noi è stato più facile riaprire – spiega la segretaria Ramona Presutti, 29 anni -. Riceviamo su appuntamento da sempre, anche tramite app, ciò ci permette di evitare assembramenti. Oltre ai lenzuoli di carta, sui lettini stendiamo anche il cellophane, tutto rigorosamente monouso”.

E tutto rigorosamente a distanza di sicurezza.


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