21 Ottobre 2020 - 16:10 . Prati . Personaggi

Simona Filippini: “Ecco gli scatti che mi porterò dietro di questo lockdown”

La fotografa di Prati Simona Filippini
La fotografa di Prati Simona Filippini

Tornare ad apprezzare il quotidiano, la semplicità di un gesto, le cose semplici. Il lockdown per l’emergenza Covid-19 ha segnato la vita di tutti. E per una fotografa come Simona Filippini questa esperienza è stata fondamentale anche nella sua professione: “È stato un problema enorme per i giovani rimanere chiusi in casa e tornare ad avere piacere delle cose semplici è importante – racconta -. Questa sarà una generazione che sarà fortemente condizionata da questa pandemia. Il non abbracciarsi, il non avere contatti ce lo porteremo dietro per un po’ e segnerà la loro vita. E certe emozioni, certe sensazioni sto cercando di riportarle ai ragazzi che frequentano i miei corsi di fotografia”.

Un periodo difficile per tutti quello della quarantena iniziata a marzo, ma che la Filippini, protagonista del volume di Typimedia “Prati in 100 personaggi (+1)“,  ha superato a modo suo: “Mi sono dedicata a scatti familiari. Sul mio profilo Instagram ogni giorno ho pubblicato una foto che riguardava i miei cari, da mio marito ai figli, fino ai gatti. Come meccanismo di sopravvivenza personale ho voluto realizzare uno scatto al giorno di tutti i componenti, con set prevalente un divano storico per me, perché apparteneva ai miei nonni. Non mi ero mai cimentata in questo tipo di cose, anche se la mia passione per la fotografia è nata proprio per questa mia passione verso il genere umano, ma verso l’esterno e non guardando alla famiglia. È stata una bella sfida“.

Uno degli scatti pubblicati dalla Filippini su Instagram durante il lockdown

Per la Filippini, che da più di dieci anni ormai vive a Prati ma che ha sempre frequentato il quartiere (in una palazzina che dava su viale Giulio Cesare abitavano fin dall’inizio del ‘900 i bisnonni), il ritorno alla normalità è coinciso con la possibilità di ricominciare a insegnare fotografia ai suoi ragazzi (a Officine Fotografiche, a Ostiense): “È stato uno tsunami, si è ripreso al rallentatore – dice -. I corsi sono attivi e ci sono tanti ragazzi che hanno maturato interesse per la fotografia in questo periodo. Certo è che il lavoro professionale invece è rallentato purtroppo. Mi occupo di ritratti e le persone oggi, prima di organizzare una cosa del genere, ci pensano di più“.

Ma la pandemia non ha fermato i suoi nuovi progetti: “Stiamo avviando uno studio vicino piazzale delle Provincie, a due passi da Villa Torlonia. Sarà uno studio dove potrò realizzare anche mostre e corsi di fotografia. Poi ci sarà una parte dedicata all’architettura, di cui si occuperà mio marito. Dopo 25 anni abbiamo deciso di lanciarci in questa iniziativa insieme”.

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