30 Dicembre 2020 - 13:22 . Prati . Scuola

Scuole, verso la riapertura del 7 gennaio: proteste davanti al liceo Talete

Striscione davanti al liceo Talete
Striscione davanti al liceo Talete

Striscioni, proteste e tanta preoccupazione per il rientro in classe del prossimo 7 gennaio. Si avvicina una nuova data x per le scuole di Roma e di Prati. E in particolare per i licei. Si tornerà infatti a fare lezione in presenza, inizialmente al 50% e con ingressi scaglionati. Sono infatti previste due campanelle per i nostri studenti.

Ma come si sta avvicinando il quartiere al fatidico giorno? Tra gli studenti, lo stato d’animo predominante è la preoccupazione.

Studenti e studentesse chiedono un rientro in sicurezza

Davanti al liceo Talete di via Gabriele Camozzi, nella mattinata del 30 dicembre gli Studenti Medi del Lazio hanno manifestato il loro dissenso verso la gestione del rientro. Nello stesso momento altri ragazzi e ragazzi hanno esposto striscioni davanti a più di altre venti scuole di tutto il Lazio.

Più di duecento rappresentanti d’istituto e consulta hanno inoltre firmato l’appello della Rete degli Studenti Medi del Lazio. Con alcune richieste: trasporti sicuri, aumento delle connessioni scolastiche, più spazi per la didattica e tracciamento nelle scuole.

“Sono mesi che non viviamo la scuola” – spiegano gli organizzatori – ma soprattutto sono mesi che chiediamo un serio impegno delle istituzioni per garantire un rientro davvero in sicurezza. Le misure prese finora non bastano a risolvere le enormi carenze della scuola italiana, frutto di anni di tagli e di una crisi mondiale che ha reso palese l’inadeguatezza dell’attuale sistema scolastico, servono misure nuove e coraggiose. Noi abbiamo chiaro cosa vogliamo: la scuola sicura!”.

La lettera degli studenti del Tasso

Basta propaganda sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio“. È questo il senso dello sfogo dei ragazzi pubblicato sul Manifesto. Ecco uno dei passaggi salienti: “Riapriamo senza escogitare turni inapplicabili e controproducenti come quelli (dalle 8 alle 17, con giornate da sette ore di lezione nei trienni) decretati dalle prefetture laziali e acriticamente imposti alle scuole dall’Usr Lazio (incurante dell’argomentata opposizione dei dirigenti scolastici). Si tratta di orari scolastici che impediscono agli studenti – specie dei licei – di potere anche studiare e consolidare gli apprendimenti, vanno a sovrapporsi agli orari di uscita pomeridiana degli uffici, rendono impossibile l’igienizzazione e sanificazione dei locali scolastici per la giornata successiva (dati gli organici attuali di personale ausiliario), non tengono conto delle specificità degli istituti e del territorio, causano assembramenti di docenti nelle scuole – prive di spazi adeguati – nelle numerose ore “buche” e ignorano il problema della refezione degli studenti adolescenti (gli istituti superiori non sono dotati di mensa), lanciando il fuorviante messaggio che si possa anche “saltare il pranzo” in deroga alle norme più elementari di educazione all’alimentazione”. QUI la lettera integrale.