25 Aprile 2019 - 9:05 . Giulio Cesare . Curiosità

Romah24 nella soffitta di San Gioacchino: così si salvarono i “murati vivi”

Il rifugio di San Gioacchino
Il rifugio di San Gioacchino

A distanza di oltre 70 anni, tutto è rimasto come era. La redazione di Romah24 Prati ha fatto un tuffo nel passato, alla scoperta del sottotetto “della salvezza”. Si tratta della soffitta della chiesa di San Gioacchino in Prati dove, durante l’occupazione nazista di Roma, trovarono rifugio un gruppo di perseguitati.

All’ingresso, in terra, si trovano ancora i mattoni usati per murare l’ambiente, con dentro le persone che fuggivano dai rastrellamenti. Poco più avanti qualche calcinaccio e alcune bottiglie di vetro. Sui muri, si vedono ancora i disegni che furono fatti da alcuni rifugiati: il volto di Cristo e una Madonna con il Bambino. Poco più in la, il ritratto di un uomo seduto su una sedia con il volto tra le mani. Sulla parete di fronte, un crocifisso degli anni ‘20. Tutt’intorno, le travi di ferro che reggono il tetto, usate dai rifugiati come stendi panni.

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