11 Giugno 2020 - 15:13 . Prati . Cultura

Roberta Blasi, l’anima del Teatro Ghione: “Ecco perché siamo considerati invisibili”

Teatro Ghione
Teatro Ghione

“La voglia di ricominciare c’è, la mia è anche una necessità fisica. Non possiamo però ripartire a queste condizioni”. Sul curriculum di Roberta Blasi è riportato “direttrice artistica del Teatro Ghione”, meno prosaicamente Blasi è l’anima di una delle roccaforti culturali più importanti del quartiere. E non solo. Dal 15 giugno, dopo il lungo lockdown a causa del Coronavirus, il governo ha dato il via libera alla riapertura ma in molti preferiscono restare chiusi a causa delle disposizioni giudicate troppo restrittive legate soprattutto alla distanza sociale.

In via delle Fornaci 37, dei quasi 500 posti, ne resterebbero disponibili per il pubblico circa 120. “Vediamo come si evolve la situazione – spiega Blasi – per ora sono due le cose certe, la prima è che lunedì non riapriremo, la seconda è che siamo considerati invisibili. La sensazione è che le istituzioni decidano su un mondo del quale non conoscono né i luoghi, né il lavoro, come possono quindi fornirci adeguate linee guida?”. 

Una soluzione per rilanciare i teatri? “Visto che anche il mondo della scuola è in difficoltà – conclude la direttrice – ci saremmo aspettati la possibilità di sfruttare i nostri spazi come aule scolastiche, magari con maestranze e attori impegnati a leggere passi dei libri. Sarebbe stata un’interconnessione che avrebbe giovato sia ai teatri, sia alle scuole”.

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