9 Maggio 2020 - 21:03 . Fuori Quartiere . Cronaca

Primo weekend di fase 2, così a Villa Pamphili vengono ignorate le norme

“Signore lasci stare il pallone” dice un poliziotto ad un padre di famiglia. “Ma che vuole che succeda, siamo a più di due metri di distanza” risponde sfacciatamente il signore. A venire in soccorso del collega ci pensa un altro carabiniere che si unisce velocemente la discussione in sella a un cavallo
“Signore lasci stare il pallone” dice un poliziotto ad un padre di famiglia. “Ma che vuole che succeda, siamo a più di due metri di distanza” risponde sfacciatamente il signore. A venire in soccorso del collega ci pensa un altro carabiniere che si unisce velocemente la discussione in sella a un cavallo

La situazione non è grave come quella riscontrata ai Navigli di Milano, ma anche nei parchi più importanti di Roma le regole, nel primo weekend di fase 2, non sono state rispettate. Questo è il resoconto di quello che è avvenuto oggi, sabato 9 maggio, a Villa Pamphili, una delle aree verdi più grandi della Capitale.

Sono in molti a non rispettare una delle regole fondamentali del nuovo decreto: niente calcio, niente partitelle, almeno un metro per l’attività motoria e due metri per quella sportiva

Ore 11:46. A controllare che le misure restrittive vengano osservate ci sono le forze dell’ordine. Carabinieri e polizia dentro, polizia di Roma Capitale fuori. C’è molta gente. Non c’è un posto libero nel parcheggio circostante. “Abbiamo bisogno di una boccata di ossigeno – dice Ettore M., 28 anni –. Questi mesi vissuti da reclusi ci hanno cambiato. Oggi mi aspettavo un’invasione a Villa Pamphili, era inevitabile”.

E il termine invasione ci sta tutto. Runner, ciclisti, famiglie, anziani. A centinaia. Tutti o quasi armati di mascherine. La felicità per il ritorno ai polmoni verdi della città c’è, ma non mancano gli interrogativi: “Agente, posso giocare col pallone? Chiede un ragazzo ad un poliziotto. “No, non è consentito, cerchi di evitare”. “Agente, posso fare esercizio fisico alla sbarra?” chiede un altro giovanotto. “Sì, l’importante è farlo singolarmente”. Risponde un carabiniere.

Ore 12:30. Di assembramenti veri e propri se ne vedono pochi, complice l’erba alta non ancora sfalciata a Villa Pamphili. Il vero nemico da combattere è il pallone. Padri e figli, ma anche amici. Sono in molti a non rispettare una delle regole fondamentali del nuovo decreto: niente calcio, niente partitelle, almeno un metro per l’attività motoria e due metri per quella sportiva.

Non ci sono solo le forze dell’ordine a ricordare ai romani cosa possono o non possono fare. Sono gli stessi cittadini a segnalare chi aggira le regole

Signore lasci stare il pallone”, dice un poliziotto a un padre di famiglia. “Ma che vuole che succeda, siamo a più di due metri di distanza”, risponde sfacciatamente il signore. A venire in soccorso del collega ci pensa un altro carabiniere che si unisce velocemente la discussione in sella a un cavallo: “Lasci immediatamente il pallone, lo vuole capire che se non rispettate le misure il governo chiuderà tutto?”. Via il pallone. Signore convinto.

Ore 13:12. Gli ingressi aumentano sempre di più. Non ci sono solo le forze dell’ordine a ricordare ai romani cosa possono o non possono fare. Sono gli stessi cittadini a segnalare chi aggira le regole. E, in alcuni casi, c’è anche chi si fa giustizia da solo: “Signori, non potete giocare a pallavolo e voi non potete assembrarvi! – esclama Mario Mennei, 65 anni a due gruppi di amici – Niente, non ci arrivano, vedrete che tra una settimana chiuderanno i parchi per colpa di questi comportamenti”.

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