9 Giugno 2020 - 8:40 . Prati . Ambiente

Pesci morti nel Tevere, continua il mistero. Alfonsi: “Subito una task force”

Pesci morti nel Tevere
Pesci morti nel Tevere

Continua il giallo sulla strage di pesci nel Tevere. Secondo l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, “i primi dati non forniscono indicazioni chiare sulle cause del fenomeno, ma ulteriori analisi sono in corso”. È dalla fine di maggio che i cittadini del quartiere, e non solo, attendono di sapere perché i pesci del fiume, soprattutto nel tratto compreso tra Ponte Milvio e Castel Sant’Angelo, sono morti. A migliaia. Ancora, però, non esiste una risposta certa.

Pesci morti nel Tevere

In base ai campioni raccolti nelle vicinanze di Ponte Emanuele, l’Arpa ha reso noto che “i risultati parziali hanno evidenziato una concentrazione moderatamente elevata dei principali indicatori di contaminazione fecale, dei nutrienti (principalmente fosforo e azoto) e dei cloruri”. Confrontando i prelievi dell’Arpa raccolti nel 2019 a circa un chilometro di distanza da Ponte Emanuele “non sono emerse significative variazioni nelle concentrazioni dei parametri di base chimici e microbiologici (eccetto un moderato aumento del fosforo totale e dell’ortofosfato)”. Le indagini, quindi, sono ancora in corso. Un’indagine a doppio binario poiché al contempo la Asl Roma 1 sta svolgendo le verifiche sulle carcasse.

Le analisi dell’Arpa

Intanto, la minisindaca del I Municipio, Sabrina Alfonsi, tramite un post sul proprio profilo Facebook chiama a raccolta le associazioni Marevivo, Tevereterno e Legambiente e invoca una “task force che sia in grado di gettare le basi per una programmazione reale, con tempi definiti, per il rilancio del Tevere. Si sta cercando di individuare cosa ed eventualmente chi abbia provocato questa moria, ma non possiamo né dobbiamo accontentarci di conoscere solo le cause, se poi tutto si ferma lì in attesa del problema successivo. I pesci non possono più parlare, noi sì”.

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