10 Gennaio 2022 - 18:19 . Prati . Scuola

Mancano mascherine nelle nostre scuole, a distribuirle ci pensano minisindaca e consiglieri

Da sinistra: Alessandro Monciotti, Lorenza Bonaccorsi, Renato Sartini e Lorenzo Minio Paluello. Foto dalla pagina Facebook di Renato Sartini
Da sinistra: Alessandro Monciotti, Lorenza Bonaccorsi, Renato Sartini e Lorenzo Minio Paluello. Foto dalla pagina Facebook di Renato Sartini

Ritorno a scuola, quello del 10 gennaio, un po’ più sereno grazie a un’iniziativa del I Municipio. Alle scuole del territorio mancavano mascherine, guanti e termometri, a consegnarli ci hanno pensato la minisindaca, Lorenza Bonaccorsi e consiglieri municipali.

Parte del materiale pronto per essere distribuito nelle scuole. Foto dalla pagina Facebook di Renato Sartini

Il problema era stato sollevato da Alessandro Monciotti, presidente della commissione politiche educative e scolastiche. Secondo il consigliere, la mancanza era legata sia alla mancanza di personale del I Municipio, sia a una insufficiente comunicazione tra gli attori del sistema organizzativo.

Individuato il problema, però, restava poco tempo per recapitare il materiale sanitario ai vari istituti, così è nata la proposta: “Distribuiamolo noi”. Tutti i consiglieri hanno accettato ma non tutti hanno potuto partecipare. Fatta la conta, a partire dalle ore 9 del 10 gennaio, la presidente Bonaccorsi, i consiglieri Renato Sartini, Alessandro Monciotti, Lorenzo Minio Paluello, Claudia Santoloce, Niccolò Camponi, Federica Festa e Ludovica Jaus, coordinati dall’assessora alle politiche Educative, Giulia Ghia e da Francesca Calamusa hanno fatto il giro di 41 scuole (tra cui la Pistelli di via Monte Zebio, il Maggiolino di via Novenio Bucchi e la Leopardi di via del parco della Vittoria), a bordo di propri mezzi, e hanno distribuito 300mila guanti, 7.900 mascherine, 8.000 copri scarpe e 41 termometri

“Va da sé — spiega Sartini — che tutto questo immenso lavoro di analisi e distribuzione dovrà diventare patrimonio del Municipio affinché tutto da oggi possa filare bene, come dovrebbe, in un paese normale. Per questo il nostro vero impegno inizia oggi, affinché le educatrici possano richiedere in tempo ciò di cui hanno bisogno, e riceverlo in tempo utile affinché tutti si possano sentirsi tutelati”.