22 Dicembre 2021 - 7:30 . Della Vittoria . Cronaca

Deposito Atac ai privati, Caudo: “Ferita aperta per la città, ecco come si poteva evitare”

Il deposito Atac di piazza Bainsizza
Il deposito Atac di piazza Bainsizza

“E alla fine l’ex deposito Atac di piazza Bainsizza (come era facile prevedere) è stato acquistato da un privato. La perdita di questo deposito, per soli 100 mila euro, è una ferita per la città”.

Giovanni Caudo, consigliere di maggioranza del Comune, riallaccia i fili che hanno portato all’asta appena aggiudicata per circa 20milioni di euro (iva compresa) da un privato che, per soli 100mila euro, ha sopravanzato l’offerta del Campidoglio.

“Nelle scorse settimane in assemblea capitolina — ha spiegato il consigliere — avevo evidenziato l’assurdità del percorso a cui ci aveva costretto l’ex sindaca Raggi con la procedura del concordato dell’Atac e dell’asta pubblica alla quale sono stati destinati gli ex depositi. Dei beni di particolare valore che erano un patrimonio pubblico essendo Atac al 100% del Comune di Roma. Si poteva evitare tutto questo e lavorare per lasciare nel perimetro pubblico questo bene e riportare la rimessa all’interno del patrimonio comunale attraverso il riacquisto e pagando ad Atac il valore equivalente. La procedura di concordato decisa dalla precedente amministrazione è stata un errore e ha visto i romani prima rinunciare ai debiti che l’Atac vantava con il Comune, poi rifinanziarla con risorse economiche e ora bisognerà pagare l’affitto di un deposito dove alloggiare i bus full electric che dovrebbero servire il centro storico. Un danno da qualunque lato lo si guardi. Nel 2014 — chiosa Caudo —, da assessore all’urbanistica proposi una delibera che estendeva la destinazione d’uso di quell’immobile non solo per la mobilità ma anche ad attrezzature pubbliche. Bastava continuare su quel percorso per non perdere la rimessa nel quartiere Vittoria”.

Intanto, i comitati sono ben lontani dall’alzare bandiera bianca e lanciano una petizione per chiedere al ministero della Cultura di esercitare il diritto di prelazione (la preferenza di un soggetto rispetto a un altro, ndr) in quanto il lotto è soggetto a vincolo di interesse culturale.