21 Luglio 2020 - 13:47 . Monte Mario . Curiosità

Dal sommo poeta all’autore de La Sirenetta: ecco i versi che omaggiano Monte Mario

Vista dal parco di Monte Mario
Vista dal parco di Monte Mario

Nell’affascinante storia della Balduina, molti sono stati gli artisti che hanno bevuto dal calice ispiratore del quartiere: romantici inglesi, drammaturghi tedeschi, scrittori di fiabe e, soprattutto,”Il” sommo poeta. Alcune tra le più grandi penne del mondo hanno inciso nel marmo eterno della carta scorci della Balduina.

Dante

Il rapporto tra il quartiere e la letteratura non poteva avere esordio più alto. Nel 1300, anno del primo Giubileo, circa 200mila pellegrini al giorno (Roma contava all’epoca 305mila abitanti) invadono la Capitale, tra loro c’è Dante Alighieri. Le vie che portano alla città sono intasate, soprattutto le strade di Monte Mario. Nel canto XV del Paradiso, per fare un confronto tra Firenze e Roma, il poeta paragona Monte Mario con l’Uccellatoio fiorentino. Entrambi sono i primi luoghi che offrono il panorama delle rispettive città ai pellegrini che vengono dal Nord. Curioso, però, che non utilizzi il nome classico dei viandanti di Monte della gioia, ma quello drammatico di Monte del male: “Non era vinto ancora Montemalo /dal vostro Uccellatoio che, com’è vinto /nel montar su, così sarà nel calo”.

Goethe

Il 28 novembre 1786, giunge a Monte Mario il drammaturgo tedesco Johann Wolfgang von Goethe. Percorre il pendio dalla Madonna del Rosario fino a Villa Madama, osservando e annotando le varie specie vegetali che crescono nel terreno, come fosse un laboratorio a cielo aperto: “È molto interessante notare come prosperi qui una vegetazione vivacemente vigorosa e non interrotta mai da un freddo eccessivo. Qui non vi sono gemme e tuttavia proprio qui si impara a capire cosa sia una gemma”. Anni dopo, anziano, la prima cosa che chiederà agli amici di ritorno da Roma saranno notizie sugli alberi e le piante che aveva seminato durante quei soggiorni ormai lontani.

Andersen

Nel 1833, un giovane romanziere danese si innamora di Monte Mario e decide che lo renderà lo scenario principale del suo prossimo libro. Hans Christian Andersen, non ancora famoso per sue fiabe, comincia tra quei sentieri a scrivere e ad ambientare “L’improvvisatore”. Il libro avrà scarso successo (in Italia sarà pubblicato soltanto nel 1931), il giovane danese capisce che forse dovrà cambiare registro e sceglie così di dedicarsi a un settore particolare, le fiabe.

Wordsworth

Pochi anni dopo, nel 1837, il romantico inglese William Wordsworth dedicherà la sua penna alla meravigliosa natura e all’incantevole vista del monte più alto di Roma. “Vidi lontano la cima scura di un pino / simile a una nuvola – un sottile tronco era il legame / che lo univa alla madre terra – alto /fra i colori della sera che sulla linea dell’orizzonte /gareggiavano pacificamente per superarsi l’un l’altro in splendore”.

Carducci

Nel 1904, nei pressi di “Villa Parco della Vittoria” c’era soltanto l’umile osteria “da Nino”. Al suo interno potevano sedere uno accanto all’altro, condividendo la bottiglia, un pastore e un principe regnante, oppure il premio Nobel Giosuè Carducci, come tanti altri un amante di Monte Mario. Il poeta gli dedica un’ode intitolata semplicemente “Su Monte Mario”: “Mescete in vetta al luminoso colle, /mescete, amici, il biondo vino, e il sole / vi si rifranga: sorridete, o belle: / diman morremo.

LEGGI queste e altre storie nel libro edito da Typimedia “La Storia della Balduina”