5 Luglio 2019 - 9:39 . Fuori Quartiere . Cultura

Da Don Camillo alla ‘ndrangheta. Bonacini racconta la sua Emilia alla libreria Eli

Paolo Bonacini alla Libreria Eli racconta la sua Emilia
Paolo Bonacini alla Libreria Eli racconta la sua Emilia

“Abbiamo marchiato a fuoco, col sangue, la provincia di Reggio Emilia, prima di far calare il silenzio”. Parola di Antonio Valerio, il pentito di ‘ndrangheta che con le sue dichiarazioni al processo Aemilia ha spinto la Direzione Antimafia a riaprire il fascicolo sulla stagione delle stragi in Emilia a inizi anni Novanta. Nella notte del 22 ottobre 1992 Giuseppe Ruggiero fu colpito a notte fonda nel comune di Brescello. Ucciso tra le mura di casa da un commando a volto scoperto vestito da carabinieri”.

È uno dei racconti di ‘ndrangheta che il giornalista reggiano Paolo Bonacini, autore de “Le cento storie di Aemilia, il più grande processo italiano alla ’ndrangheta”, ha fatto ieri, mercoledì 4 luglio, alla libreria Eli di viale Somalia. Una vicenda di sangue che ben spiega come a partire dagli anni Cinquanta, l’Emilia sia diventata terra di conquista dalla ‘ndrangheta, prima nell’edilizia, poi nell’industria. Intervistato da Luigi Carletti, direttore di RomaH24, e da Stefano Tamburini, giornalista del Gruppo Espresso-Repubblica, Bonacini ha ricostruito l’infiltrazione e la crescita delle cosche criminali in tutto il territorio regionale da Piacenza alla costa romagnola, con le collusioni, i ricatti, le minacce e una lunga sequenza di morti ammazzati. Un fenomeno di radicamento che a lungo è stato sottovalutato e ancora oggi viene in parte negato. Eppure è qui che grazie alle indagini di alcuni magistrati coraggiosi e ostinati si è potuti arrivare – in tempi recentissimi – al più grande processo contro la ’ndrangheta mai celebrato in Italia.

“Non c’è un ufficio postale lungo la via Emilia, dove gli esponenti di questa mafia non avessero 5-6-10 prestanomi che svolgevano per loro decine di operazioni finanziarie a settimana”. Poi ha snocciolato i numeri della ‘ndrangheta: “Nell’ultimo anno il fatturato è stato di 53-55 miliardi. E solo in Emilia l’utile ha raggiunto gli 8-10 miliardi di euro. Ormai questa mafia, nel mercato della droga, ha una redditività del 10%. Incassa valanghe di miliardi che vengono immessi sul mercato. Si sono comprati campi in Sud America dove producono la droga, compagnie di navigazione e porti. E l’Emilia ormai è una roccaforte di questo potere mafioso”.

L’incontro fa parte del ciclo di incontri con gli autori che si occupano di criminalità dal titolo “Criminali autentici e dove trovarli”, iniziativa della testata RomaH24 e della Libreria Eli. Prossimo appuntamento l’11 luglio, sempre alle ore 19, con Floriana Bulfon, che presenterà “Casamonica, la storia segreta. La violenta ascesa della famiglia criminale che ha invaso Roma”.