9 Luglio 2019 - 13:05 . Trionfale . Degrado

Così la metro Cipro, la prima in Italia “accessibile ai disabili”, è diventata una trappola

Una targa illustra bene la fermata della metropolitana di Cipro, è stata affissa il 29 maggio 1999 dai disabili visivi e recita dignitosamente: “Per la prima volta in Italia una stazione della metropolitana è autonomamente accessibile ai disabili visivi mediante un efficace percorso tattile. Al comune di Roma con gratitudine”. Seguendo i percorsi tattili, però, si corre il rischio di inciampare su gonnelline e cianfrusaglie; sbattere il muso contro una macchinetta per i biglietti “fuori servizio”, oppure ancora contro una macchinetta che regola l’accesso ai servizi igienici, anch’essa fuori servizio. C’è da scommettere che, oggi, chi ha affisso quella targa vorrebbe almeno il rimborso.

Il nostro tour della fermata inizia dall’accesso di via della Meloria, dove due bancarelle di vestiti e oggettistica coprono il percorso tattile per i non vedenti; subito dopo, in mezzo al tunnel d’ingresso, giacciono cumuli di spazzatura raccolti da un extracomunitario che, in cambio di qualche moneta, intenderebbe mantenere il decoro e la pulizia. La rastrelliera dove assicurare le biciclette annega tra cartoni e sporcizia e già si notano i muri imbrattati da graffiti di dubbio gusto, scritte che lordano anche le vetrate all’interno delle quali sono custoditi reperti storici.

Le aiuole sono arse e rinsecchite, la vegetazione appare fragile e malata ma non tutta: un rigoglioso albero in fiore copre gli occhi elettronici che dovrebbero vegliare sulla fermata. Un cartello, come effetto deterrente, recita che dall’altra parte Atac e forze dell’ordine monitorano costantemente la situazione.

Nell’area di una delle centraline elettriche vi sono evidenti segni di giacigli con bottiglie rotte e cenci sparsi ovunque. La vecchia biglietteria viene sfruttata come posacenere, tanto ci sono le biglietterie automatiche, peccato che una sia “out of order”.

Trovare l’ascensore è invece assai semplice, anche per un ipovedente: basta seguire il percorso tattile e ci si va a sbattere: anche lui è “out of order”.

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