13 Gennaio 2021 - 11:05 . Prati . Cronaca

Adriano Urso, l’addio dell’Alexanderplatz al famoso pianista romano

di Daniele Petroselli

Il mondo del jazz romano e non solo è in lutto. È scomparso infatti a soli 44 anni il noto pianista Adriano Urso. Fratello di Emanuele, soprannominato “The King of Swing” e noto per le sue serate al Cotton Club e all’Alexanderplatz, i due locali jazz (al Trieste-Salario e a Prati) più importanti della Capitale, Adriano è morto nella serata di domenica 10 stroncato da un infarto.

Adriano Urso è stato colto da un malore mentre spingeva la sua auto – una Fiat 750 d’epoca – in via Madrid, a Roma 70. Fino a poco prima era stato aiutato a far ripartire la vettura in panne da due passanti che lo hanno poi soccorso, insieme con polizia e 118.

Tantissimi i messaggi sui social per l’artista, a partire dal fratello Emanuele: “Hai lasciato un vuoto incredibile e incolmabile nella mia vita, ancora non posso credere che il mondo sia così ingiusto, addio fratello mio!”. Semplice il ricordo social di Eugenio Rubei, padrone dell’Alexanderplatz di via Ostia, “Adriano Urso, a Jazzlife, R.i.p.”, segno del profondo dolore di chi tante volte lo ha avuto sul suo palco e ne ha potuto apprezzare non solo le qualità artistiche ma anche umane.

Ma a ricordarlo con un post è stato anche quel Cotton Club che, nel cuore del Trieste-Salario, tante volte lo ha accolto con i suoi concerti: “Ha dedicato la sua vita alla musica ed è scomparso prematuramente. Ci ha deliziato con la sua elegante presenza e con la sua incredibile capacità di arrangiatore e pianista, il Cotton Club e il Village Celimontana sono stati la sua ‘casa’ negli ultimi anni. Un uomo dolce, di grande cultura, che parlava con una cordialità di altri tempi usando termini della lingua italiana a dir poco in ‘disuso’. Ha studiato con grande passione la musica ed ha raggiunto una conoscenza profonda e viscerale del jazz tradizionale, a cui ha dedicato la sua nobile esistenza. A volte eccessivo, legato in maniera assoluta ai tempi passati, ha lottato e dato grande risalto alle bellezze, sempre meno apprezzate, del ‘vecchio mondo’. Arrivava guidando una macchina d’epoca, con un abito elegante di ‘altri tempi’, ventiquattrore e tabacco da fiuto… questo era Adriano. È stato un onore per noi e un gran piacere per il numeroso e affettuoso pubblico che lo ha sempre ammirato e acclamato”.