Della Vittoria | Renato Sartini

Sartini, il giornalista scientifico “amico” di via Plava

di Daniele Petroselli

Lucano sì, ma ormai un cittadino di Roma a tutti gli effetti. O per meglio dire di Della Vittoria. Chi frequenta il parco di via Sabotino non può non conoscerlo. Parliamo di Renato Sartini, lucano ma da anni nella Capitale: “Ho passato più della metà dei miei 50 anni in città”. Giornalista scientifico ma soprattutto portavoce dell’associazione Amici di Via Plava che ha in cura l’area verde, una delle più importanti della zona, che è tornata a risplendere negli ultimi anni. Anche, e soprattutto, grazie a a lui.

L’idea in realtà venne a mia moglie, penalista, che con altre amiche decise di mettersi in moto – racconta Sartini -. Prima crearono un gruppo Facebook dedicato alla salvaguardia del parco, poi mia moglie decise di coinvolgermi, visto che di mestiere mi occupo di scienza. Viste le condizioni del parco, mi sono subito messo a lavorare“. E lì è scattata la scintilla: “Perché mi è sembrato quasi come il mio paese, Sant’Arcangelo, dove sono cresciuto. Qui si conoscevano tutti, si giocava in strada. Era bellissimo vivere così. Avendo una figlia piccola, ho pensato che questa dimensione di famiglia allargata, di comunità, non l’avrebbe mai vissuta. E allora ho detto ‘Questo parco è il mio paese’, è l’angolo in cui mia figlia può rivivere quella dimensione che ho vissuto io. Dove poter vivere gli amici, oltre la scuola. E ho deciso che doveva essere una missione, ma non solo per far rivivere i giochi, ma per creare uno spazio diverso, un mondo diverso. Così è nato il comitato”.

E oggi il parco comincia a essere quello che ha sempre sognato. Ogni azione che viene messa in atto dall’associazione Amici di Via Plava, viene fatta nell’ottica dei bambini: “Il parco per noi è come ‘L’Isola che non c’è’, dove gli adulti diventano di nuovo bambini, dove entrare con lo spirito di un bambino, abbandonando ogni differenza sociale. Prima si entrava e basta, oggi invece è un’area di socializzazione, dove tutti si conoscono”.

Durante il lockdown, Sartini ha creato un talk show scientifico sui social dal titolo “Covid alle 19”

Non l’ha fermato neanche l’emergenza Covid-19. Durante il lockdown di marzo, ecco infatti l’idea di una trasmissione social che parlasse di Coronavirus con rigore scientifico ma con un linguaggio comprensibile a tutti. “Covid alle 19”, andata in onda sui suoi canali social, ha riscosso davvero un grande successo. “Era una sorta di talk show scientifico della durata di un’ora circa, dove con alcuni ospiti autorevoli approfondivamo la notizia più interessante del giorno sul Coronavirus – ammette Sartini -. L’idea è nata vedendo alcune persone che facevano dei video in diretta. Io non ho mai fatto una cosa simile, soprattutto in diretta. Non sapevo se ero in grado di mettere in piedi una cosa simile. E invece…”.

Tanti gli ospiti importanti, da ricercatori a scienziati di fama internazionale. Persino Massimo Galli, professore ordinario di Malattie Infettive all’Università “La Statale” di Milano e direttore del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano, tra i più in vista in tv in questo periodo. Il tutto per informare nella maniera giusta il pubblico: “Il Covid è stato qualcosa di inedito nell’ambito della divulgazione scientifica. Per questo il format è stato studiato in modo specifico. Non era improvvisazione”. Ad aiutarlo in questo “esperimento” tre personaggi speciali come la nonna di Einstein (“che interveniva quando gli scienziati usavano un linguaggio poco comprensibile”), ma anche Virus Corona (“un bulletto negazionista”) e la casalinga di Voghera (“per le domande che tutti vogliono fare, le più semplici ma anche le più importanti e intelligenti”).

Un esperimento riuscito in tutti i sensi. Il tutto in un mondo, quello dell’informazione, che in molti casi ha contribuito nel creare confusione in un momento dove tutto serve fuorché il caos comunicativo: “C’è un errore fondamentale in tutto questo ed è che il giornalista possa fare tutto – ammonisce Sartini -. Ma non è così. Si pensa che la scienza possa essere trattata da tutti, anche da chi fa cronaca o si occupa di sport. Per trattare argomenti così importanti come quelli scientifici serve un’attenzione particolare. Perché ci vuole poco ad incappare in un errore. E su una materia così delicata può essere davvero grave. Perché in tanti ti leggono, ti seguono, e imparano sciocchezze che si diffondono in maniera molto veloce. Ora non si capisce più nulla, tanti parlano, troppi esprimono idee contrarie, e la disinformazione regna sovrana. È stato fatto un cattivo servizio al cittadino. Colpa di giornalisti non preparati ma non solo. L’esperienza del Covid non ha messo in buona luce la scienza. Gli scienziati non sono stati uniti, non hanno avuto una strategia comune”.

Ora però il Covid-19 è tornato a fare paura. I dati giornalieri sono in costante aumento, tanto che il governo è dovuto intervenire con nuove misure, regione per regione: “Può essere peggio dei marzo – dice Sartini -. Troppi sapevano che sarebbe finita così. L’andamento della curva epidemiologica non la puoi seguire, ma la devi anticipare. Solo così puoi agire in maniera efficace. Se non si capisce questo, la situazione può soltanto peggiorare”.


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