Prati | Lorenzo Vanni

Lorenzo Vanni: “Incassi ridotti al minimo, ripresa sempre più lontana”

di Daniele Petroselli

Settembre è il mese della ripresa del lavoro dopo le ferie estive. Il quartiere torna d’improvviso a rianimarsi, dopo essersi svuotato per settimane. Ma questo 2020 non è un anno come gli altri. L’emergenza Covid-19 ha fatto sì che le attività siano ancora, nella maggior parte dei casi, in modalità smartworking. E per i commercianti la ripresa è sempre più lontana. A confermarlo è uno dei volti storici di Prati, Lorenzo Vanni.

In via Col di Lana, proprio accanto al teatro Manzoni, Vanni è un simbolo. Ma lo è per tutto il quartiere. E lo è anche in questo momento così difficile. “La stagione è ricominciata ma rispetto a un anno fa abbiamo perso il 50% degli incassi – racconta Lorenzo, protagonista del volume di Typimedia “Prati in 100 personaggi (+1)” -. Per non parlare dell’altro punto alla galleria Alberto Sordi, dove siamo al 18% rispetto a prima. Per non parlare degli eventi, che si sono ridotti drasticamente”.

Bar Vanni

La verità è che di lavoratori in giro ce ne sono ancora pochi: “Tanti sono in smartworking, la stessa Rai qui vicino ha ancora dipendenti che lavorano da casa. E ne soffre tutto l’indotto. Gli incassi si sono ridotti ma tutto il resto, a partire dalle bollette di gas e luce, quelle rimangono identiche a prima, così come le tasse e gli stipendi dei dipendenti. Molti ancora non hanno ricevuto la cassa integrazione di maggio“.

Per questo Lorenzo Vanni lancia un appello: “Chi governa dovrà prendere in seria considerazioni queste considerazioni che non sono solo mie ma di tutti i commercianti, oltre che di chi lavora nel comparto turistico. I costi sono gli stessi ma il mercato non è più quello di prima. Ci dovranno spiegare come noi imprenditori possiamo ottemperare alle nostre obbligazioni, vista che la nostra capacità contributiva è calata così drasticamente”.

Il diritto alla salute è primario, è giusto che in mancanza di un vaccino si debba portare avanti lo stato d’emergenza e, nel caso, nuovi lockdown. Ma è altrettanto giusto considerare che in queste ipotesi devono essere posti in essere strumenti adeguati, utili per aiutare le imprese a sostenere i lavoratori e le imprese”. O il rischio è quello di vedere tante altre serrande abbassarsi.

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