Prati

Grillone: “Così i ragazzi sono tornati ad allenarsi alla Colombo Boxe”

di Daniele Petroselli

È stata dura, faticosa, la ripresa. Ma siamo tornati ad aprire ai nostri ragazzi la palestra. Ed è stata una liberazione“. Luciano Grillone è emozionato quando racconta cosa è stato il lockdown e i mesi vissuti convivendo con la paura del Covid-19 alla storica Colombo Boxe a via Tacito. Lui, celebre istruttore di pugilato, da anni ha Prati come sua casa. La palestra è la sua vita. E dopo la chiusura forzata, ora è tornato finalmente a fare quello che meglio conosce: allenare i suoi giovani.

“Abbiamo riaperto predisponendo tutte le precauzioni possibili, come previsto dal decreto governativo – ci dice Grillone, protagonista del volume Typimedia “Prati in 100 personaggi (+1)” -. L’allenamento ora avviene con distanziamento, mentre fino a luglio eravamo costretti a prendere prenotazioni e lavorare sui singoli ragazzi. Oggi per fortuna la situazione è diversa”.

Grillone in una fase di allenamento nella palestra di via Tacito

Una ripresa dunque con mille precauzioni per uno sport, come il pugilato, che comunque è di contatto. E sappiamo quanto sia delicato l’argomento, proprio in piena emergenza Covid. Ma la risposta dei suoi ragazzi è stata incredibile: “Inaspettatamente abbiamo avuto una buona partecipazione. Ci aspettavamo un afflusso minore, viste le paure per il virus. C’era tanta voglia di tornare a boxare, ad allenarsi e togliersi tutti i pensieri e le paure di questo periodo. Fisicamente per tutti anche è stata dura, a casa era difficile mantenere la forma fisica. I ragazzi avevano bisogno di muoversi e la riapertura per tanti di loro è stato un momento importante, perché è stato come un ritorno alla normalità”.

In estate poi anche la ripresa dei combattimenti all’aperto: “Abbiamo disputato già diversi tornei – conferma Grillone – soprattutto quelli giovanili, dai 13 ai 18 anni. Sono stati tornei a porte chiuse, con controlli serrati con i tamponi. L’agonismo è ripreso ed è un bel segnale”.

Pugilato però che purtroppo nelle ultime settimane, insieme alle arti marziali miste, è salito agli onori della cronaca per casi davvero terribili di aggressioni, purtroppo finite in molti casi in tragedia. Ma, come conferma Luciano, la boxe qui non c’entra nulla: “Mi da fastidio l’informazione errata che passa. Il pugilato ha una sua etica e questi sono solo casi di delinquenza, dove il fare pugilato, essere pugile, non c’entra nulla. Cose del genere non devono mai accadere. Io selezioni i ragazzi che entrano qui, cercando di capire il loro carattere, non soffermandomi solo sull’aspetto fisico, proprio per evitare che a questo sport nobile si avvicinino personaggi simili. Chi è abituato a combattere nel ring, sa che per l’avversario deve esserci sempre rispetto, così come si è al di fuori del quadrato. Quello che hanno fatto sono azioni orribili, ma le palestre non c’entrano nulla. Da sempre siamo stati importanti dal punto di vista sociale. Quante palestre hanno tolto dalla strada ragazzi che rischiavano davvero di fare una brutta vita, regalandogli una famiglia vera. Le mele marce sono dappertutto, ma le palestre, la boxe, non c’entrano nulla”.

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