Borgo | La Storia

29 giugno 1500, quando Rodrigo Borgia, il papa corrotto, sfuggì all’ira divina

di Sergio Campofiorito

Dei sette peccati capitali probabilmente si è scansato soltanto l’invidia: vizioso, sanguinario e degenere, papa Alessandro VI ascese al trono di Pietro il 26 agosto 1492 grazie a regalie e corruttele che ammorbarono il conclave. Papato e Chiesa costituirono il mezzo per arricchire ed elevare la sua famiglia, assicurando a ognuno dei suoi figli illegittimi, tra i quali i celebri Cesare e Lucrezia, una posizione di dominio. Rodrigo Borgia, per sfarzo e potere, l’invidia la scatenava nel prossimo.

Papa Alessandro VI

In quell’evo così oscuro, il Tevere era uno Stige livido e gonfio di cadaveri appartenenti ai nemici dei Borgia, la dissolutezza di Alessandro VI non doveva essere ben giudicata da Lassù da dove, il 29 giugno 1500, tuonò il classico segno dal cielo. Mentre grandine e vento devastano le coltivazioni e rovinano la festa dei santi Pietro e Paolo, il Papa è ben protetto dalle mura vaticane, o almeno così crede. All’interno delle sale pontificie un fragore tremendo, di legno che va in frantumi, sovrasta persino il rumore dell’uragano: Rodrigo non si rende neanche conto di ciò che sta accadendo, da sopra la sua testa crolla una trave di sostegno, abbattuta da un camino strappato dal tetto dalla follia del vento. Le macerie lo investono, sembra che la punizione divina lo abbia fatalmente colto. Un cardinale e un cameriere scostano i detriti e, sorprendentemente, lo trovano stordito ma illeso, ha soltanto qualche ferita in testa e una mano dolorante.

La trave che avrebbe dovuto ucciderlo, è rimasta incastrata tra muro e pavimento, offrendogli un riparo, le rovine sono così scivolate ai lati, senza quasi toccarlo.

I cannoni di Castel Sant’Angelo esplodono un colpo, il Papa ha scampato l’ira divina.   

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