Montesacro | La Storia

Il 16 ottobre 1943: rastrellamento degli ebrei a Montesacro

di Giulia Argenti

Il 16 ottobre del 1943, esattamente 77 anni fa, 1259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, furono radunate dalle truppe tedesche della Gestapo. La retata degli ebrei di Roma avvenne principalmente al ghetto, in particolare a via Portico d’Ottavia, ma anche in altre differenti zone della città. Almeno 1023  persone furono deportate al campo di sterminio di Auschwitz. Soltanto 16 di loro tornarono a casa.

Nel 1993, l’artista tedesco Gunter Demnig avviò il progetto artistico degli Stolpersteine, le pietre d’inciampo. Si tratta di sampietrini, collocati di fronte all’abitazione dei deportati, che si differenziano dagli altri per avere la superficie in ottone, sulla quale sono incisi nome, cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione, data di morte (quando nota).

A Montesacro ce ne sono quattro, in via Maiella 15, sono state collocate lì il 16 gennaio del 2019 per ricordare la famiglia Funaro, che viveva proprio in un appartamento della via. Un’iniziativa promossa dal Liceo Aristofane nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro ‘Il fiore del partigiano’. I Funaro erano in quattro: il padre Leo, la madre Teresa Di Castro e i due figli, Dario e Adolfo, di 13 e 7 anni.

La posa delle pietre in via Maiella (foto di Gabriele Girardi – Comunità Ebraica di Roma)

La mattina del 16 ottobre i tedeschi si affacciano alla porta del palazzo in cui abita la famiglia. Scambiano Leo per il portinaio e quando lui non apre, buttano giù la porta e gli spaccano la testa. Tutta la famiglia viene trascinata a piazza Sempione, dove attendono le camionette che condurranno tutti loro insieme agli altri prigionieri al collegio militare, in via della Lungara.

Manca solo Dario, che nonostante la giovane età ha combattuto i nazisti a Porta San Paolo e in quel momento è fuori, forse con i compagni di lotta. Arriva sulla piazza proprio quando un tedesco sta spingendo sua madre sul mezzo. Interviene per difenderla ed è così che viene catturato e deportato con gli altri ad Auschwitz. Nessuno dei quattro farà ritorno.

Pietre di inciampo a via Maiella 15

La tragica storia della famiglia Funaro è raccontata nel volume “La Storia di Montesacro. Dalla preistoria ai giorni nostri” (Typimedia Editore)

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