26 Marzo 2021 - 1:08 . Porta di Roma . Cronaca

Parco delle Sabine, polemica per la nuova palizzata su via Carmelo Bene

di Valerio Valeri

Spunta all’improvviso una nuova recinzione all’interno del Parco delle Sabine, a fare da confine visibile tra l’area del maneggio e il resto dell’area verde tra Porta di Roma e Fidene, lato via Carmelo Bene quasi all’incrocio con via Enzo Musumeci Greco. È allarme tra i residenti della zona, in particolare tra i volontari dell’associazione Tutela Parco delle Sabine, che dal 2013 si occupano di proteggere i 170 ettari di parco – non ancora pienamente realizzato perché non preso in carico da Roma Capitale dal costruttore – e promuoverne le attività e le potenzialità ma soprattutto ne chiedono il completamento previsto dalla Centralità urbana Bufalotta del 2001, che ha portato in quel quadrante di Roma quasi 3 milioni di metri cubi di edilizia residenziale.

La recinzione eretta dai proprietari del maneggio al parco delle Sabine – Foto dell’Associazione Tutela Parco delle Sabine

“L’area del maneggio è di circa 8 ettari – spiega a Roma H24 l’associazione– ed è accatastata come verde pubblico non soggetto a cessione. Ciò significa che la proprietà è privata (prima era Porta di Roma Srl, poi Immobiliare Roma Nord Srl, fallita a gennaio 2018, ndr), ma la finalità è pubblica. I proprietari non possono decidere di alzare una recinzione e impedire il passaggio a chi non vuole usufruire dei servizi offerti”.

In una lettera del 15 giugno 2016, il dipartimento programmazione e attuazione urbanistica di Roma Capitale chiedeva al dipartimento tutela ambientale di “verificare le delimitazioni dei confini” relativi all’area registrata come V16, ovvero “verde pubblico non soggetto a cessione”, in quanto nel maggio precedente si registrava la costruzione di recinzioni che, leggendo la determina dirigenziale 575 del 2012, non sarebbero permesse (“è vietata ogni tipo di costruzione o recinzione non indicata nel Piano”). Sarebbero ammesse, infatti, solo le recinzioni per i cavalli.

L’ingresso della zona denominata Parco delle Sabine

Non la pensa così Lorenzo Marfoli, figlio della titolare del Circolo d’Equitazione Porta di Roma Asp, proprietario dell’area in questione: “Non è vero che la recinzione non può esserci – replica – , anche perché devono contenere la fuga dei cavalli. Queste recinzioni sono qui da anni, noi le abbiamo semplicemente risistemate e tirate di nuovo su. Inoltre il cancello del maneggio è aperto h24, i residenti possono accedere quando e come vogliono, frequentano la scuola di equitazione, ci sono spazi pubblici come i campetti da calcio e da basket che sono ad accesso libero e uso gratuito. Dal lato dei paddock, che ci devono essere per forza per contenere i cavalli, è tutto aperto e la gente può entrare. Non ci siamo chiusi dentro. La recinzione nuova è in regola e rispetta ciò che c’è scritto sulle piantine dell’area”.

Il nuovo tratto di recinzione su via Carmelo Bene angolo via Musumeci Greco

“Noi addirittura avremmo diritto ad un pezzo della rotatoria qui fuori – prosegue Marfoli – , ma ovviamente non andiamo a mettere recinzioni in mezzo a una strada. Prima di aggiungere il nuovo pezzo di rete abbiamo effettuato una pulizia di rifiuti, era diventato un cumulo visibile dalla strada. Non ci siamo presi nulla che non sia già nostro, ci sono le planimetrie chiunque può chiedercele”. Marfoli poi fa riferimento proprio all’associazione Tutela Parco delle Sabine, con la quale la polemica è sempre viva: “E’ un gruppo che si è sempre accanito contro di noi senza motivo – conclude – , adesso la pagina Facebook non è nemmeno più disponibile, forse qualcuno si è reso conto che scrivevano fandonie”.

Il viale che porta al maneggio nel Parco delle Sabine

Oltre al maneggio, all’interno dell’area privata ci sono anche un ristorante e un cocktail bar, ai quali si accede procedendo da via Musumeci Greco. “Roma Capitale avrebbe dovuto a suo tempo fare un regolamento – commenta l’associazione – insieme alla proprietà del maneggio, per determinare aperture e chiusure dell’area. Ma non è stato mai fatto. E anche il Municipio avrebbe voce in capitolo sulla questione, ma sono tre anni che non proferisce parola”.