E’ stato arrestato domenica 17 gennaio all’ora di pranzo lo scippatore seriale che stava terrorizzando un intero quartiere dall’inizio del mese. M.H., 30 anni, cittadino bosniaco senza fissa dimora, è stato fermato dai carabinieri del comando Montesacro guidati dal comandante Manuel Grasso dopo una intensa attività di indagine che ha visto impiegati i militari sul territorio per giorni, in particolare nelle zone del Tufello e Città Giardino.

Decisiva per la conclusione del caso è stata la testimonianza di una persona che la mattina stessa dell’arresto ha assistito all’ultima rapina del malvivente, avvenuta a Ponte Tazio e come sempre a danno di una signora. Un casco grigio con disegni bianchi, un k-way blu (tra l’altro rubato anch’esso) e la targa parziale dello scooter (un Sh nero) usato per lo scippo, hanno aiutato nelle ricerche i carabinieri, che già erano riusciti a individuare il proprietario del due ruote, ancora inconsapevole del furto subito. Proprio durante il ritrovamento dello scooter rubato, in zona Vigne Nuove, i militari hanno visto avvicinarsi e poi frettolosamente darsi alla fuga un uomo corrispondente alle descrizioni fatte dai vari denuncianti. Preso e portato in caserma con l’accusa di ricettazione, è stato verificato che il bosniaco ha numerosi precedenti per reati vari, oltre a un decreto d’espulsione. Il trentenne viveva in una roulotte a pochi passi dalla torretta idraulica di Vigne Nuove, in un parcheggio. Dentro al “covo” sono stati rinvenuti diversi oggetti frutto delle rapine commesse.

Solo nelle prime due settimane di gennaio, tra Città Giardino, Nuovo Salario e Tufello si sono verificati circa venti scippi “a strappo”, tutti con la stessa modalità: il rapinatore saliva con uno scooter sul marciapiede, puntando la vittima – di solito signore – per poi afferrare la borsa e fuggire. Ogni volta le vittime e i testimoni descrivevano uno scooter di colore diverso (bianco, nero, bordeaux), senza riuscire a dare ulteriori dettagli sul volto dell’uomo – travisato da casco e mascherina – , ma l’ultima “impresa” è stata fatale.

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