22 Novembre 2020 - 8:40 . Montesacro . Cronaca

La nuova vita di un maestro del cinema: Laura, dai Festival al cohousing a Montesacro

ERNESTO LAURA INSIEME A UNA VOLONTARIA DI SANT'EGIDIO
ERNESTO LAURA INSIEME A UNA VOLONTARIA DI SANT'EGIDIO

di Antonio Tiso

A 84 anni Ernesto ha ripreso in mano la sua vita. Con l’appoggio dei figli ha deciso di trasferirsi in uno spazio di cohousing gestito dalla Comunità di Sant’Egidio a Montesacro. Qui, con altri cinque anziani e una badante, condivide un appartamento a via di Pratomagno dall’ottobre 2017.

Dal suo arrivo ha iniziato ad aprirsi, raccontando di sé e del suo passato un po’ alla volta. Con sorpresa i compagni di alloggio hanno scoperto che Ernesto G. Laura è un intellettuale cattolico di grande cultura: ex critico cinematografico, regista e autore di numerose pubblicazioni.

ERNESTO LAURA
ERNESTO LAURA INSIEME A UN ALTRO RESIDENTE DEL COHOUSING DI MONTESACRO

Una vita dedicata al lavoro fino agli 80 anni. Nato a Villafranca di Verona nel 1932, è cresciuto a Roma, lavorando per decenni nel mondo del cinema. Una carriera significativa la sua, tanto da portarlo a dirigere, negli anni 60, il Festival del Cinema di Venezia per due edizioni. E dal 1982 al 2001 è stato anche direttore del Centro sperimentale di cinematografia.

Poi, purtroppo gli è stata diagnosticata un’improvvisa malattia, progressivamente invalidante. Ma ora è tornato a sorridere: “Oggi Ernesto vive in un contesto dove si sente libero” spiega Roberto Bortone, referente di Sant’Egidio per l’area anziani del quartiere. “Nella sua nuova casa ha organizzato un piccolo spazio dedicato alla lettura di libri e quotidiani, guarda i film in compagnia, va al cinema – quando non sono chiusi per il Covid – e con l’aiuto dei volontari riesce a fare quasi tutto ciò che desidera”.

ERNESTO LAURA
ERNESTO LAURA DURANTE UNA CONFERENZA

L’appartamento in zona viale Jonio è una delle oltre 70 convivenze che la Comunità di Sant’Egidio ha aperto a Roma e provincia.

La formula è semplice: aiutare piccoli gruppi di anziani, non più completamente autonomi, a vivere insieme. Sono questi ultimi a dividere spese e bollette. Ognuno ha una stanza con il bagno. Poi ci sono alcuni spazi in comune, come la cucina, dove a turno si preparano i pasti con l’aiuto di una badante, e una sala da pranzo dove stare insieme e ricevere le visite di parenti e amici.

Di solitudine si muore, specie al tempo della pandemia. Ma l’esperienza di vivere insieme, per gli anziani, può essere un’opportunità di vita serena. E per noi tutti l’occasione per tutelare la storia e la memoria”, fan sapere da Sant’Egidio. La rinascita di Ernesto ne è un esempio.