6 Febbraio 2021 - 14:47 . Montesacro . Cronaca

Jorit al Tufello, quasi pronto il murale per Valerio Verbano – Foto

Il 22 febbraio ricorre il 41° anno dall’assassinio di Valerio Verbano, avvenuto nel 1980 nella sua abitazione di via Monte Bianco 114 a Montesacro e giovedì 4 febbraio, lo street artist internazionale Jorit è tornato in via Isole Curzolane, zona Tufello, per portare a conclusione il murale a lui dedicato.
I lavori sono iniziati il 16 dicembre, grazie alla collaborazione tra Municipio III, LazioCrea e il centro sociale Astra, con l’obiettivo di arrivare al culmine durante l’annuale corteo che attraversa le strade del quartiere nel giorno della commemorazione di Verbano.

“È una gioia e un orgoglio infinito  – spiega a Roma H24 Matteo Zocchi, consigliere della lista civica per Caudo presidente – vedere un artista di fama internazionale realizzare in un quartiere popolare come il Tufello un murales pieno di valore e significato per tutti gli abitanti del Terzo municipio. La storia di Valerio Verbano è nel cuore e nella mente della nostra comunità, da oggi lo vedremo vivere ogni giorno”.

 

Jorit al lavoro sul murale per Valerio Verbano

Chi era Valerio Verbano

Valerio era uno studente del liceo Archimede, appena diciottenne, militante di estrema sinistra iscritto al comitato di lotta Val Melaina, emanazione territoriale di Autonomia Operaia. Nel 1978 in piazza Annibaliano partecipò ai violenti scontri tra fascisti e autonomi e accoltellò Nanni De Angelis, militante della formazione di estrema destra Terza Posizione. La madre Carla al tempo raccontò che Valerio aveva colpito De Angelis per difendere un compagno che stava per essere raggiunto da una mattonata.

L’assassinio

Sono tre uomini a mettere fine alla giovane vita di Valerio. Sicuramente l’omicidio è di matrice neofascista, ma a distanza di tanto tempo non è mai stata riconosciuta nessuna responsabilità diretta. Valerio muore davanti agli occhi del padre, che lo vede accasciarsi sul divano del salotto, colpito alle spalle da un proiettile che gli trafigge l’intestino. I tre assassini, col volto travisato da un passamontagna, si erano introdotti nell’appartamento poco prima che il giovane comunista tornasse a casa da scuola, spacciandosi con i genitori come amici di Valerio. Probabilmente la sua esecuzione è dovuta a una ricerca che Valerio stava portando avanti clandestinamente nel tentativo di ricostruire la rete dell’estremismo di destra, in anni molto brutali e pericolosi, gli “anni di piombo”.