24 Gennaio 2021 - 15:25 . Montesacro . Scuola

Gli studenti dell’ “Aristofane”: “A scuola sì, ma non così”

Dopo i tre giorni di sciopero che hanno unito tutti gli istituti superiori di Montesacro, contro il rientro in classe senza garanzie di sicurezza, un piano trasporti insufficiente e la carenza di investimenti sul sistema scolastico italiano, dopo la lettera delle ragazze e dei ragazzi del liceo “Orazio” arriva anche un comunicato da parte di quelli del liceo “Aristofane”.

“Durante quest’anno di pandemia abbiamo accettato e rispettato tutte le decisioni assunte dagli organi politico-amministrativi circa la scuola – scrivono – , confidando nella creazione di un piano che potesse permetterci la ripresa effettiva della didattica in sicurezza. Dopo questi lunghi mesi è ormai chiaro che quanto fatto non è stato sufficiente né adeguato per affrontare la situazione”.

“Ci siamo organizzati creando luoghi di confronto, dibattito, analisi e approfondimento a misura di studente – spiegano – , con lo scopo di dimostrare il nostro interesse e la responsabilità per il mondo che ci circonda, la nostra voglia di informarci e di fare informazione. Siamo arrivati a diverse conclusioni, la prima delle quali è che il potenziamento dei trasporti non è stato potenziato a sufficienza per garantire il raggiungimento in sicurezza delle scuole del terzo municipio”. Inoltre, aggiungono “ci sono molti spazi abbandonati, nel quartiere e non solo, che potrebbero essere riqualificati ed utilizzati per far tornare tutti gli studenti in presenza e sicurezza. Riteniamo poi che il quadro epidemiologico non sia adeguato per un rientro in sicurezza, tesi confermata dal fatto che il Lazio è ora in fascia arancione e che a Roma, negli ultimi giorni, c’è stato un incremento significativo dei casi positivi”. Gli studenti vorrebbero un tracciamento efficace dei casi positivi con l’istituzione di presidi sanitari fissi nelle scuole.

Contrarietà netta anche sui nuovi orari e sul rientro al 50%. “Le modalità di scansione oraria proposte dal governo  – denunciano – sono impensabili in quanto non tengono in considerazione la vita degli studenti al di fuori delle lezioni. Per molti studenti non sarebbe possibile rielaborare adeguatamente gli argomenti svolti a lezione, eseguire i compiti per casa, nonché dedicarsi ad una qualsiasi attività extra scolastica. La didattica a metà, inoltre, si è rivelata fallimentare perché limita il dibattito, penalizzando chi si trova a casa“. Molti di loro a giugno affronteranno l’esame di Maturità. “E non sappiamo ancora con quali modalità verrà svolto”. 

Da giovedì 21 c’è stato il rientro in classe, ma dall’Aristofane fanno sapere che si riservano ulteriori iniziative.Noi studenti siamo stati accusati di essere poco realisti – concludono nel comunicato – , ma ciò che ci spinge ad agire e reagire in questo modo è proprio il confronto con la realtà: guardandoci intorno troviamo una scuola a pezzi, messa in secondo, se non ultimo piano, considerata come una spesa eccessiva che lo Stato deve contenere con tagli continui. Tutto questo è per noi inaccettabile. Come scriveva Piero Calamandrei ‘Dalla scuola dipende […] quale sarà la coscienza e la competenza di quegli uomini che saranno domani i legislatori, i governanti e i giudici del nostro Paese“.

LEGGI l’intervista a Raffaella Giustizieri, preside dell’ “Aristofane”