23 Maggio 2022 - 7:40 . Montesacro . Scuola

Frasi choc da una docente dell’IC Carlo Levi, sit-in di protesta dei genitori: “Tornerà ad insegnare”

La protesta dei genitori degli alunni dell'IC Carlo Levi davanti la scuola
La protesta dei genitori degli alunni dell'IC Carlo Levi davanti la scuola

Si riaccendono i riflettori su un caso di cronaca venuto alla luce il mese scorso. Era il 13 aprile quando Tiziana Cagnazzo, presidente del consiglio d’istituto dell’IC Carlo Levi, denunciava alla trasmissione radiofonica ‘Gli Inascoltabili’ su New Sound Level fm90 una docente di inglese che intimoriva i bambini della primaria chiedendo loro di scrivere i nomi dei compagni che avrebbero voluto “vedere all’inferno”. Non solo: la donna ha raccontato che l’insegnante, a causa dei suoi problemi psichici, avrebbe anche aggredito verbalmente un bimbo disabile.

Nella giornata di giovedì 19 maggio i genitori degli alunni hanno organizzato un sit-in di protesta fuori l’istituto chiedendo giustizia per i propri figli. Tiziana Cagnazzo, intervistata in quell’occasione da ‘Storie Italiane’, ha spiegato che “l’insegnante è attualmente in malattia, ma potrebbe tornare presto in classe“.

“Siamo genitori esausti, stanchi di essere presi in giro anche dalle istituzioni. Ci avevano detto che saremmo stati ricontattati dall’Usr (Ufficio scolastico regionale, ndr), ed invece stiamo ancora qui a chiedere aiuto”, ha detto la signora Tiziana. E ancora: “Siamo indignate. Alla scuola Levi ci sono ottime insegnanti, ma quando si presentano situazioni di questo tipo si deve intervenire. Non sappiamo più a chi rivolgerci”.

IC Levi, la posizione dei genitori

La signora Cagnazzo – sempre a ‘Storie Italiane’ – ha poi mostrato la sua delusione per il mancato intervento delle istituzioni sul tema. “Gli assessori al Comune di Roma e al III Municipio, quando esplose il caso, si erano impegnati e mossi in prima persona, chiamando noi genitori e promettendo un’azione. Ad oggi è però tutto fermo”.

Da quello che sappiamo – continua – “la docente è in malattia. Quando finirà il congedo tornerà a scuola, così come prevede la normativa. Come genitori ci chiediamo cos’altro debba accadere perché possa cambiare qualcosa”. I genitori hanno poi sottolineato che al danno psicologico si aggiunge anche quello formativo. La maestra si assenta di continuo e le lezioni di inglese si svolgono ad intermittenza. “Quando lasciamo i nostri figli dobbiamo poter stare tranquilli. Ci sono mamme preoccupate e bambini che hanno vissuto un anno di ansia e non vogliono più andare a scuola”, ha chiuso la presidente del consiglio d’istituto.

La risposta delle istituzioni

La competenza sul tema è dell’Ufficio scolastico regionale, ma l’amministrazione locale segue da vicino la vicenda. La conferma arriva da Paola Ilari, assessora alla Scuola del III Municipio: “La grave problematica accaduta alla scuola elementare Carlo Levi non ci ha lasciato affatto indifferenti”, ha scritto in un comunicato.

Poi ancora: “Il Municipio non ha la possibilità di intervenire direttamente nella gestione e organizzazione della didattica né del personale scolastico di una scuola statale. Pur nei limiti delle nostre competenze, però, ci siamo fatti carico delle preoccupazioni delle famiglie chiedendo, inizialmente, alla Dirigente Scolastica di attivarsi per una soluzione concreta e domandando, poi, direttamente l’intervento dell’Ufficio Scolastico Regionale affinché si adoperasse per ottenere la pronta risoluzione del problema”.

Siamo fiduciosi – chiude l’assessora – “che l’Ufficio regionale scolastico abbia preso provvedimenti definitivi e risolutivi al grande disagio arrecato ai bambini ed alle bambine dell’IC Carlo Levi”.

Una posizione ripresa anche dall’Ufficio scolastico regionale, intervenuto sul tema attraverso una nota ufficiale: “Non è vero che siamo rimasti inerti a fronte delle segnalazioni giunte dalle famiglie”, scrivono. E ancora: “È stata svolta un’ispezione, oramai conclusa, e sono state svolte tutte le azioni necessarie”.

L’Ufficio – si legge – “non può, invece, soddisfare le richieste della stampa o delle famiglie di conoscere la situazione sanitaria dei docenti della scuola o gli eventuali procedimenti disciplinari avviati e il relativo esito. Si tratta, in entrambi i casi, di informazioni riservate, che non possono essere rese note a terzi”.

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