20 Aprile 2021 - 15:44 . Montesacro . Cronaca

Droga a San Basilio, il giudice: “Macchina da guerra che produce reddito”

“Un contesto criminale molto stabile organizzato con modalità imprenditoriali”. E’ questo quanto emerge dall’attività investigativa che la scorsa notte ha portato all’arresto di 16 persone a San Basilio, da parte dei carabinieri della compagnia di Montesacro, secondo quanto scrive il giudice per le indagini preliminari Rosalba Liso nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dei componenti della gang criminale sgominata nel popolare quartiere.

La zona colpita dagli arresti è nota come “La Lupa”, per la presenza di un murale che raffigura il vecchio stemma dell’associazione sportiva Roma. “Tale organizzazione presenta i caratteri della stabilità e la capacità di programmare indefinitamente il commercio di stupefacenti – continua l’ordinanza – nonostante i numerosi interventi delle forze dell’ordine”.

“Non si tratta di una realtà provvisoria – si legge – ma di una macchina da guerra che produce reddito e che e fino a che non si interviene per fermarne il funzionamento continuerà a trovare accoliti e nuovi adesioni. Tale realtà impone l’adozione di provvedimenti cautelari che interrompano l’attività criminosa essendo altamente probabile che i componenti del sodalizio abbiano continuato e continuino tuttora a svolgere la stessa attività illecita. L’avere preso parte ad un gruppo organizzato anche se solo con il ruolo di pusher o vedetta, l’aver condiviso le strategie e le disposizioni dall’alto, le sorti comune in capo a i capi e agli organizzatori, costituisce indice di adesione ad un sistema di vita che non può essere considerato provvisorio e per il quale non è necessario provare con i fatti la prosecuzione”

In questo contesto, scrive il gip: “Si trovano le solite modalità delle organizzazioni territoriali dislocate in un determinato contesto urbano  – spiega – dove gli acquirenti si recano con regolarità certi di trovare sempre un venditore. I sodali sono consapevoli di far parte di un meccanismo che funziona grazie all’apporto di ciascuno e ne beneficiano con una sorta di remunerazione per turno. Si tratta di soggetti – sottolinea il gip – che hanno fatto del crimine un sistema di vita trovando nella piazza l’unica fonte di reddito potenzialmente arruolabili in altre compagini criminali nel mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti”, conclude.