2 Maggio 2021 - 23:19 . Montesacro . Cultura

Cinque grandi eroi che hanno fatto la storia a Montesacro

Il piccolo Ugo Forno
Il piccolo Ugo Forno

Nel nostro quartiere la storia si respira in ogni angolo. Grandi eroi sono passati per Montesacro, hanno lottato qui per ideali nobili, spesso a costo di sacrificare la vita. Ad esempio: conoscevate Orlando Orlandi Posti, il partigiano di 17 anni che morì per aver voluto dare l’ultimo saluto al suo grande amore, dopo aver messo in salvo dai tedeschi i suoi compagni? Vi raccontiamo cinque grandi eroi che hanno fatto la storia del nostro quartiere (e non solo).

Menenio Agrippa

Agrippa è l’uomo che è riuscito a salire sul  Monte Sacro e a far scendere il popolo, convincendolo a tornare a Roma. Siamo nel 494 a.C: tutte le cariche pubbliche sono in mano ai patrizi, gli unici che hanno il diritto di esercitare il potere. Stanco dei continui soprusi, il popolo decide di intraprendere il primo sciopero della storia. E sale sul “monte sacro, sulla riva destra dell’Aniene, a tre miglia da Roma” come scrive Tito Livio. Per farlo scendere servirà l’intervento del console Menenio Agrippa, che si rivolge agli scioperanti raccontando una breve favola morale: le membra del corpo, stanche di faticare, decidono di ribellarsi. Pensano così di danneggiare lo stomaco ma, in realtà, si sono private del nutrimento di cui hanno bisogno. La stessa cosa, secondo Agrippa, accade nello Stato, dove l’armonia tra patrizi e plebei è fondamentale. Il popolo si convincerà a scendere dal monte e otterrà finalmente i propri rappresentanti: i tribuni della plebe. 

Simon Bolìvar

El Libertador, il patriota che ha dato un contributo fondamentale all’indipendenza dei Paesi dell’America Latina, pronuncia sul Monte Sacro il giuramento con cui promette di lottare per donare la libertà al suo popolo. È la mattina del 15 agosto 1805. Bolìvar sceglie proprio questo luogo simbolo del nostro quartiere perché sa che lì si è fatta la storia: è dove la plebe romana ha lottato contro lo strapotere dei patrizi. Sono gli stessi ideali di libertà e democrazia che il giovane Bolivar rivede nella sua causa.

Simon Bolìvar

Orlando Orlandi Posti

Un ragazzo di 17 anni con un coraggio sconfinato: dopo l’8 settembre 1943, armistizio di Cassabile, entra nel Partito d’Azione. Il giovane, detto Lallo, muore nell’eccidio delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Aveva visto arrivare i tedeschi prima del rastrellamento, era stato veloce e avrebbe potuto salvarsi. Ma sceglie di non farlo: decide, invece, di correre ad avvertire i compagni, per permettere loro di mettersi in salvo. In realtà, dopo aver allertato tutti, avrebbe ancora tempo per nascondersi, ma c’è un’ultima cosa che deve fare: salutare Marcella, la figlia del proprietario del bar Bonelli in piazza Sempione, la ragazza di cui è innamorato. Una scelta d’amore che gli sarà fatale: è lì che i tedeschi lo arresteranno. 

Orlando Orlandi Posti

Ugo Forno 

Il 5 giugno 1944, Ugo Forno, 12 anni, viene trucidato dai guastatori tedeschi dopo aver messo in salvo il ponte ferroviario sull’Aniene. Ha solo 12 anni, eppure, quando viene a sapere che i tedeschi stanno cercando di far saltare in aria il ponte non esita un momento a intervenire. Si procura delle armi e coinvolge un piccolo esercito di contadini, giovani e braccianti. È lui ad esplodere il primo colpo contro i guastatori, che sono costretti alla ritirata, parandosi la fuga col mortaio. Esplodono soltanto tre colpi, l’ultimo dei quali trasforma il bambino in un eroe immortale.

Mario Amato 

Nel 1980 Mario Amato è uno dei pochissimi magistrati che indaga sull’eversione di destra. È consapevole del fatto che il suo lavoro lo porterà presto a diventare un bersaglio del terrorismo nero. Ma la mattina del 22 giugno, quando telefona in ufficio per chiedere la macchina blindata, dato che la sua è dal meccanico, la risposta è un “no”. L’autista comincia a lavorare alle 9, non può andare da lui per l’orario richiesto. E così il giorno seguente ad Amato non resta che prendere l’autobus, alla fermata all’incrocio tra viale Jonio e via Monte Rocchetta. Ma su quel bus non lo salirà mai: un colpo di pistola, sparato dal Nar Gilberto Cavallini, lo raggiunge dietro alla testa, uccidendolo. 

Mario Amato

 

Episodi, curiosità e personaggi simbolo del nostro quartiere sono raccontati nel libro “La storia di Montesacro. Dalla preistoria ai giorni nostri”, Typimedia Editore.

La copertina del libro “La storia di Montesacro”

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