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Virgina Raggi è no vax? Trattasi di mini-notizia

di Luigi Carletti

Alcune testate giornalistiche hanno molto insistito sulla storia (se così si può definire) dell’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, che va a farsi il tampone “in incognito”, rinfocolando così le polemiche sulla sua possibile non vaccinazione. “Raggi no vax” è l’ipotesi avanzata da più parti, intendendo con questo la vicinanza dell’esponente grillina al “movimento” che si oppone ai vaccini.

Il culmine si è toccato con il marito della Raggi che sui social si presenta tutto imbacuccato e scrive ironicamente: “Oggi esco in incognito… non ditelo a Repubblica, indicando il giornale di largo Fochetti come la testata che più ha puntato il dito sull’episodio. Repubblica replica che c’è poco da buttarla in caciara – per dirla alla romana – perché l’opinione pubblica ha diritto di conoscere gli orientamenti dell’ex sindaca di Roma.

Ed è a questo punto che noi un po’ ci perdiamo.

Ma davvero abbiamo tutto questo bisogno di sapere se Virginia Raggi è da iscrivere nella picaresca truppa dei no vax? Aggiunge davvero qualcosa alla comprensione del personaggio e della persona che per un’intera legislatura è stata a capo del governo locale?

Nel periodo di cui sopra, purtroppo Roma ha toccato uno dei punti più bassi della sua vita politica e amministrativa. La Raggi e il suo team hanno, nell’ordine: annunciato opere mai realizzate, hanno fatto perdere a Roma opportunità rilevanti, hanno gestito malissimo questioni cruciali come i trasporti, i rifiuti, il decentramento. La giunta ha visto un continuo turn over di assessori con nessuna continuità di governo. I rapporti con alcuni municipi (non solo quelli di centrosinistra) sono stati pessimi e controproducenti. Ma soprattutto è mancata totalmente una programmazione degna di una grande capitale occidentale. È mancata perché né Virginia Raggi, né i suoi assessori, né il suo partito, sono in grado di programmare alcunché: il loro apporto al futuro di Roma è stato del tutto inconsistente.

Questo è il desolante bilancio di una stagione politica che gli elettori hanno bocciato con il voto di giugno e che Roma deve archiviare al più presto, con la speranza (e al momento è davvero poco più di una speranza) che la giunta Gualtieri dia segni concreti di cambiamento.

Detto tutto questo, sapere se la Raggi è vaccinata oppure simpatizzante dei no vax aggiunge qualcosa al suo curriculum pubblico e al suo spessore politico? È certamente un dato in più, ma trattasi di mini-notizia che onestamente non ci appassiona e crediamo non appassioni molti romani, tranne forse quella frangia grillina che è no vax da tempi non sospetti, ben prima che il Covid investisse le nostre vite.   

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