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Tra i banchi del Savoia, prodotti tipici e commercio popolare: “Noi non ci arrendiamo”

di Pietro Candeliere

L’IDENTIKIT DEL MERCATO

Indirizzo: Piazza Gimma 7, Roma

Numero banchi: circa 40 operativi tra banchi e box

Estensione: circa 4000 metri quadri

Affluenza giornaliera (media): 250 visitatori al giorno

Orario: aperto dal lunedì al sabato, dalle 7 alle 19

LE RADICI DEL MERCATO

Il mercato rionale di Piazza Gimma, anche noto come “Mercato Savoia”, è il mercato coperto più grande all’interno del II Municipio di Roma. Si trova nel cuore dell’Africano, a pochi passi dalla fermata Libia della metro B. L’imponente edificio che lo ospita è stato realizzato negli anni Sessanta e aperto dal 1970. Da allora ha accolto i mercati di strada che prima trovavano spazio in via Tripolitania e viale Eritrea. La costruzione include, sin dalla sua edificazione, la sede principale del II Municipio ed altri uffici istituzionali che occupano i piani superiori. L’edificio si sviluppa principalmente su tre livelli. Una prima ristrutturazione ha trasformato il piano seminterrato, creando un parcheggio coperto da novanta posti, i bagni pubblici ed alcuni locali tecnici utilizzati dai commercianti. All’inizio il pianoterra era interamente dedicato alla vendita del settore ortofrutticolo, mentre le altre tipologie di attività erano collocate al primo piano. Nel 2008 sono state realizzate ulteriori modifiche edilizie che hanno portato tutti gli operatori ad occupare il pianoterra, all’interno di banchi e box più ampi. La struttura dispone di quattro ingressi alla zona commerciale: quello principale su piazza Gimma e gli altri nelle strade che seguono il perimetro dello stabile, via Dire Daua, via Tripolitania e via Derna.

LE DUE FACCE DEL MERCATO, CRITICITÀ E PUNTI A FAVORE

Nei primi anni le attività aperte erano superiori alle cento unità, numero che è andato progressivamente a calare. “Fino a qualche anno fa i banchi operativi erano sessantasette, ora sono circa quaranta e vanno sempre a diminuire” dichiara Marco Capotosti, presidente dell’AGS “Mercato Savoia”, la cooperativa che da oltre un decennio ha in gestione la struttura commerciale.

“Il mercato lavora soprattutto nel fine settimana, mentre nel resto dei giorni l’affluenza è molto bassa. Stiamo ancora subendo gli effetti negativi della pandemia e delle chiusure che questa ha portato” prosegue. “Una volta il mercato era bello perché la gente veniva a fare la spesa e aveva con noi un rapporto di fiducia. Ora le cose sono cambiate e siamo in difficoltà perché non si vende più come prima” afferma il presidente. Nonostante la crisi, il mercato offre molto dal punto di vista commerciale, garantendo ai clienti una grande varietà di scelta. I banchi ortofrutticoli sono i più numerosi e l’offerta gastronomica continua con macellerie, pescherie, alimentari, negozi di pane e pasta, un bar ed altro ancora. Oltre alle attività legate al cibo, ci sono negozi di abbigliamento, di prodotti per la casa, una parrucchiera-estetista, due fiorai e persino un ferramenta. “Possiamo consigliare bene i nostri clienti sulla frutta e verdura, sul pesce, sulla carne, sui vestiti e tanto altro. Quando consegno un prodotto sono sicuro di quello che vendo e sono qui tutti i giorni” spiega Capotosti. “Il problema più grande dei mercati rionali è la difficoltà a competere con i supermercati ed i punti vendita della grande distribuzione – continua –. Questi ultimi riescono ad attirare la clientela garantendo servizi, come ad esempio dei punti ristoro dove poter consumare pietanze calde preparate al momento, che il mercato non può offrire. Questo nonostante siamo catalogati come ‘centro commerciale’, quindi forse c’è un’importante discrepanza a livello legislativo che ci penalizza”.

“Il nostro è davvero un bel mercato, l’edificio non è stato realizzato da troppo tempo ma i lavori non sono mai stati terminati – prosegue il presidente –. C’è un piano superiore che avrebbe dovuto garantire ulteriori spazi alle attività commerciali ma purtroppo non è stato ultimato. Come se non bastasse, abbiamo avuto dei problemi di tipo infrastrutturale e, per poter proseguire nella vendita, siamo stati costretti ad autofinanziare i lavori di ristrutturazione, altrimenti non avremmo ottenuto i permessi necessari. Il nostro mercato ha una struttura che necessita interventi concreti da parte del Comune di Roma e del Municipio, perché più il tempo passa e più aumentano le criticità sulle quali intervenire” – dichiara Capotosti –. Ho sempre fatto tutto quello che era in mio potere, ma ora sono le istituzioni a dover intervenire con urgenza. Noi operatori stiamo facendo del nostro meglio, stiamo cercando di essere più ecologici e prossimamente inseriremo anche un punto di ritiro e consegna dei pacchi Amazon, nella speranza che questo ci aiuti a far entrare più gente all’interno del mercato e quindi a rilanciare il commercio” conclude il presidente.

I PERSONAGGI DEL MERCATO

La signora Ada Calò è una vera istituzione all’interno del mercato, memoria vivente del “Savoia”. Negli anni Sessanta ha ricevuto la licenza da una sua zia, per poi aprire il suo primo banco nel 1971, poco dopo l’inaugurazione della nuova struttura rionale. Nella sua attività vende abbigliamento, intimo e biancheria per la casa. Occupando ben tre postazioni commerciali, il suo è molto più simile ad un negozio che al banco di un mercato. “Nel tempo ho esteso la mia offerta commerciale per accontentare le richieste dei clienti e alla fine ho aggiunto veramente di tutto, dall’intimo ai corredi per la casa – afferma –. Sono l’ultima rimasta delle persone che sono entrate con me nel mercato. Chi è andato via per vari motivi, chi ha venduto, chi purtroppo non c’è più. Il nostro era un mercato molto fiorente ma sono costretta a parlarne al passato perché in tutta Roma, e forse anche nel resto d’Italia, i mercati rionali stanno scomparendo, soprattutto a causa della mancanza di iniziative volte a rinnovare il contesto mercatale”. Per contrastare il momento difficile, propone merce di qualità mantenendo prezzi competitivi. “Spero di continuare ancora a lungo perché la voglia non manca. Mi auguro che le cose migliorino presto perché il peggioramento è costante e questo ha costretto molti commercianti alla chiusura” conclude Ada.

Mauro Fattori ha una salsamenteria a conduzione familiare. “Ho iniziato con mio padre, qui nel mercato, nel 1974” afferma. Dietro al bancone è ben visibile una foto d’epoca che ritrae suo padre mentre lavora nello stesso banco. “Oggi è indispensabile fare dei sacrifici per tirare avanti, perché tra bollette e spese varie è sempre più difficile continuare nella nostra attività. La gente spende meno e noi guadagniamo meno”. Alla domanda se c’è qualcosa di positivo nonostante il periodo difficile, risponde che salva i clienti che fanno spesa da lui. “Sono persone che capiscono i prodotti e la vera qualità. Noi non abbiamo merce dozzinale, vendiamo solo alimenti di prima scelta, motivo per cui i prezzi possono sembrare alti”. Chi più spende meno spende, ci ricorda il signor Mauro. “Se un supermercato vende un prodotto ad un prezzo molto più basso del mio, è ovvio che c’è una differenza sostanziale a livello qualitativo”. Nonostante le difficoltà del momento, Mauro è convinto del valore della sua attività e del suo lavoro. “Continueremo fino alla fine, non ci mette paura nessuno” afferma.

Cinzia Micheletti lavora, insieme a suo marito, in uno dei numerosi banchi di frutta e verdura del mercato. “Sono nata all’interno del mondo ortofrutticolo – dichiara –. Uno degli aspetti positivi del nostro lavoro è la relazione che si crea con il pubblico, con le persone. Significa moltissimo, perché vuol dire che i clienti hanno apprezzato il tuo lato umano, oltre a quello commerciale”. Tuttavia è ben consapevole delle problematiche del mestiere. “Al giorno d’oggi, in termini economici, il gioco non vale la candela. I ricavi non sono molto alti, mentre la pressione fiscale è notevole e questo costringe molti alla chiusura forzata. Nel nostro come in altri mercati” – prosegue. Secondo Cinzia, le nuove modalità di commercio “online” sono una delle cause principali dei problemi che i mercati rionali stanno affrontando. “Se si esclude la comodità, il rapporto tra la qualità dei prodotti ed il loro prezzo è totalmente sballato. Tuttavia oggi vanno tutti di corsa, la gente ha poco tempo per attività come fare la spesa. Per questo motivo lavoriamo moltissimo con i preparati, prodotti già puliti e tagliati, pronti alla cottura”. Ciò nonostante, nota con piacere che le persone hanno ancora bisogno di relazionarsi, di parlare con qualcuno, e talvolta si creano dei rapporti di affetto che vanno oltre le dinamiche puramente commerciali. “Di recente ho avuto un incidente, sono stata via per un mese e moltissimi clienti mi hanno telefonato semplicemente per sapere come stavo” termina Cinzia.

Angelo Saurini è il proprietario del ferramenta all’interno del mercato, attività che conduce da sei anni. “Forse è strano che un negozio di questo tipo si trovi all’interno di una struttura rionale. Personalmente ho creduto in questa scelta, forse in un momento poco adeguato” afferma. Il signor Angelo condivide con gli altri operatori la speranza che il mercato si riprenda al più presto. “Attualmente siamo in recessione su tutti i fronti. È calata moltissimo la mole di lavoro, principalmente a causa della pandemia e delle difficoltà economiche dei cittadini” prosegue Angelo. “Come se non bastasse, in questo momento c’è anche la guerra e le persone passano il tempo davanti alla tv, sia per informarsi sia per paura che giunga fino a noi. Siamo in attesa che arrivino finalmente giorni migliori” conclude.

Anna Iosue e suo marito gestiscono un banco di prodotti alimentari. Nel 2012 hanno deciso di lasciare il negozio che avevano e di trasferirsi nel mercato. Sono entrambi molisani, per questo vendono principalmente prodotti provenienti dal Molise, acquistati da piccole realtà agricole. Secondo Anna, gli orari di apertura rappresentano uno dei motivi principali della crisi dei mercati rionali. “Gli orari non sono ben rapportati con la società odierna e con le nuove generazioni – spiega –. Bisogna offrire agli utenti maggiore disponibilità ed un servizio diverso, garantendo anche le consegne a domicilio che oggi sono fondamentali nella compravendita dei generi alimentari” afferma Anna. “Oltre a questo, è importante continuare a puntare sulla qualità dei prodotti, in modo da distinguersi da supermercati e centri commerciali”. Il suo è uno dei pochi banchi aperti tutto il giorno, con orario continuato. Nonostante l’orario di apertura ufficiale del mercato sia fino alle 19, molti operatori lamentano una carenza di clientela nella fascia pomeridiana e per questo sono aperti esclusivamente la mattina oppure, in alcuni casi, solo durante il fine settimana. “Purtroppo si lavora come si faceva 40 anni fa. Oggi la società è cambiata, molte persone non hanno il tempo di fare la spesa al mattino e delle volte si lavora di più la sera. Dobbiamo imparare ad essere più attivi, più propositivi, per offrire un servizio alla clientela sempre migliore e cercare di rilanciare le sorti del mercato” conclude Anna.

PRODOTTI IN PRIMO PIANO

Un formaggio stagionato e una bottiglia di vino rosso, la Tintilia

Leonardo e Anna hanno un banco di prodotti alimentari che arrivano principalmente dal Molise, la regione di cui sono originari. Mettono molta passione nel proprio lavoro, dispensando disponibilità e gentilezza a tutti i loro clienti. Ci consigliano una coppia perfetta: dell’ottimo formaggio stagionato ed una bottiglia di vino rosso, la Tintilia, entrambi prodotti a Baranello, piccolo comune molisano in provincia di Campobasso.

Il radicchio di Castelfranco

Cinzia e suo marito gestiscono un banco di prodotti ortofrutticoli, dove offrono ai propri clienti una grande varietà di scelta. La qualità e la cura con cui scelgono frutta e verdura è uno dei motivi di maggiore apprezzamento da parte della clientela, oltre alla gentilezza spontanea che traspare parlando con la signora Cinzia. Uno dei prodotti di cui va più fiera è il radicchio di Castelfranco, coltivato soprattutto nelle regioni del Veneto. Uno splendido ortaggio di un verde chiarissimo puntellato di rosso, simile al bocciolo fiorito di una rosa.

Il corredo di Ada

La signora Ada ha aperto il suo primo banco nel 1971 ed è una vera istituzione nel mercato. Vende abbigliamento ed intimo di ogni genere, per uomo, donna e bambino, oltre a biancheria per la casa. Ci propone un bellissimo corredo in diverse sfumature di blu e azzurro, leggero e fresco, perfetto per la primavera e l’estate.

Il “Magnifico” di Mauro

Mauro è un altro degli operatori “storici” del mercato Savoia. Nel 1974 ha aperto il suo banco di salumi e generi alimentari con suo padre, ed oggi lo gestisce insieme alla sua famiglia. È molto fiero della qualità dei suoi prodotti e apprezza la clientela che si rivolge a lui con massima fiducia. Ci mostra con orgoglio una fantastica forma di pecorino, il “Magnifico”, che arriva direttamente dal comune di Amatrice.

IL DOPOMERCATO

Gli operatori si stanno attivando per essere più ecologici e ridurre gli sprechi. “Di recente abbiamo installato un impianto per il riciclo dell’olio ed una postazione automatica per il ritiro delle bottiglie di plastica”  afferma il presidente Capotosti. “Per quanto riguarda lo spreco alimentare, cerchiamo di ridurlo al minimo. Attualmente non ci sono associazioni che si occupano di ritirare il cibo invenduto, nel prossimo futuro tenteremo di organizzarci anche su questo aspetto” prosegue. “Alcuni operatori preparano dei pacchetti con prodotti misti, da offrire ai clienti per pochi euro. Oppure c’è chi, quando avanza qualcosa, la regala a chi ne ha bisogno” conclude il presidente del mercato.

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