24 Dicembre 2021 - 7:30 . Cronaca

Pnrr: nasce una banca dati comune tra Regione e direzioni Antimafia a difesa dei fondi

La firma del protocollo
La firma del protocollo

Una piattaforma informatica comune tra Regione Lazio, direzione nazionale Antimafia e direzione investigativa Antimafia dove confluiranno i dati relativi a tutti i soggetti economici partecipanti agli appalti per ottenere i fondi del Piano nazionale di resistenza e resilienza e gli altri messi a disposizione dall’Unione Europea.

Nella banca dati confluiranno anche coloro che avranno accesso a concessioni e autorizzazioni. Il fine è quello di impedire eventuali infiltrazioni delle mafie e della criminalità organizzata.

È il cuore del protocollo siglato dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, dal procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, e dal capo della direzione investigativa antimafia, Maurizio Pallone, che avrà una durata triennale prorogabile, sottoscritto alla presenza della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e del capo della polizia di Stato, Lamberto Giannini.

“Questo è il momento del Pnrr, quindi delle grandi risorse, degli appalti pubblici e del rischio che tra coloro che parteciperanno vi siano soggetti economici legati o riconducibili a organizzazioni mafiose: questo è ciò che vogliamo impedire — ha illustrato De Raho —. Il protocollo prevede che tutte le informazioni che riguardano gli appalti pubblici, le concessioni e le autorizzazioni finiscano in una piattaforma informativa comune che la Regione Lazio condivide con la Dna (Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, ndr) e la Dia (Direzione investigativa antimafia, ndr) nella finalità di monitorare tutti i soggetti economici che avranno accesso alle gare di appalto, alle concessioni, autorizzazioni o altri benefici che di volta in volta possono aversi, grazie alle disponibilità messe a disposizione dal nostro Paese in questo momento di difficoltà economico”.

La condivisione di queste informazioni “farà sì che la Dna con la propria banca dati proceda a un confronto che consentirà di rilevare eventuali soggetti riconducibili a organizzazioni mafiose o che siano indirettamente legati a esse — ha aggiunto De Raho —. Da lì si partirà per potere dare luogo ad atti di impulso nei confronti delle direzioni distrettuali antimafia per aprire indagini o dare luogo a misure di prevenzione. L’operatività della Dia consentirà di volta in volta di avere quei quadri rilevanti per impedire a soggetti economici legati alle mafie di approvvigionarsi di queste grandissime disponibilità”.

Il procuratore nazionale antimafia ha sottolineato che “il presidente della Regione Lazio è stato un apripista e ci auguriamo che questo modello possa essere seguito da altre regioni. Perché è fondamentale accendere i riflettori operando, condividendo elementi di conoscenza e facendo in modo che tutti possano fornire dati utili per sottoporre ad analisi e approfondimento il quadro di chi parteciperà agli appalti pubblici. Per prevenire e reprimere è necessario lavorare insieme e condividere dati. La Dia farà un lavoro enorme, perché le iniziative che si vogliono adottare devono rassicurare i cittadini e il nostro Paese che contro le mafie si ergono muri altissimi che non verranno mai superati”.

Il direttore della Dia ha ricordato che “il Lazio è uno dei massimi beneficiari dei fondi del Pnrr” e grazie alla piattaforma “potremo elaborare in anticipo le nostre informazioni sui partecipanti alle gare, confrontarle con la Dna, questo ci permetterà di arrivare al momento delle riunioni in Prefettura con una bagaglio di informazioni superiore e di potere bloccare in anticipo qualsiasi tentativo di infiltrazione”.