18 Maggio 2022 - 16:28 . Cronaca

Peste suina, Costa: “Ecco il piano per arginarla, necessario ridurre il numero di cinghiali”

Cinghiali (Foto di Andreas Lischka da Pixabay)
Cinghiali (Foto di Andreas Lischka da Pixabay)

“Ci sono in realtà due emergenze da affrontare: una è quella legata alla peste suina, per la quale dobbiamo mettere in atto tutta una serie di iniziative per contenerne la diffusione; l’altra è quella della troppa presenza di cinghiali sul nostro territorio, con un equilibrio ambientale da ricostruire, per cui c’è bisogno ovviamente dell’intervento dell’uomo”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, interpellato sul tema nel corso di una intervista video rilasciata alla Dire. Per quanto riguarda la peste suina, secondo Costa “abbiamo un intero comparto, quello dell’allevamento dei suini, che deve essere assolutamente protetto, nella consapevolezza che rappresenta un settore importante per il nostro Paese”.

Da qui l’istituzione della ‘zona rossa’, firmata con una ordinanza da parte del commissario nella giornata di ieri, martedì 17 maggio, che prevede “tutta una serie di attività all’interno di questa zona – ha spiegato Costa – con la chiusura di varchi, il divieto di foraggiare animali selvatici, censimenti di tutti gli allevamenti all’interno della zona rossa e l’avvio alla macellazione”. Per quanto riguarda invece la seconda emergenza da affrontare, nascerà “un’unità di crisi proprio per coordinare e gestire la situazione a Roma e nel Lazio, che verrà guidata dal Prefetto o da un suo delegato”. Tra i vari compiti c’è quello di “mettere in atto un piano che preveda la riduzione della presenza dei cinghiali. Ogni anno, infatti, sono ingenti i danni nel settore agricolo e per la pubblica incolumità, pensiamo ai tanti incidenti stradali”.

Per Costa, insomma, c’è un “equilibrio da ristabilire e credo che non possiamo più contrapporre due ideologie, cioè da una parte chi vuole preservare l’ambiente attraverso la proibizione di ogni attività da parte dell’uomo e dall’altra chi non lo vuole. Credo invece ci sia bisogno di una giusta sintesi e di riportare questi animali a vivere nel loro habitat, che non sono certo i nostri parchi, i nostri centri storici o i nostri terreni agricoli, ma i nostri boschi”.

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