24 Agosto 2021 - 7:35 . Scuola

Nuovi spazi didattici per le scuole di Roma. Ma per i presidi ci sono ancora alcune incognite da chiarire

Una classe
Una classe

Nuovi spazi didattici saranno disponibili per le scuole di Roma e Città metropolitana, dopo la pubblicazione della gara di 8 milioni di euro per l’edilizia scolastica leggera.

“Si tratta di un accordo quadro che ci consentirà di garantire ai nostri istituti scolastici di avere più spazi aggiuntivi per il corretto svolgimento della didattica – spiega Teresa Zotta, vicesindaca e delegata alle Scuole di Roma –. Ogni modulo sarà formato da 10 classi nello standard dei 50 metri quadrati. Questa è la prima tranche dei 20 milioni di euro destinati dal Mit (Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ndr) alla Città metropolitana di Roma, che verranno investiti in questa nuova formula di edilizia leggera. Nel frattempo, per far fronte alle emergenze, è stato rinnovato anche l’accordo con il Vicariato di Roma“.

La data per il rientro in classe nel Lazio è fissata per il 13 settembre, nei giorni scorsi L’Anp (Associazione nazionale dei presidi) di Roma, ha lanciato un allarme, segnalando alcuni punti ancora da chiarire prima del suono della campanella.

Tra i nodi da sciogliere, secondo i presidi, c’è la questione green pass: “Resta aperto il problema dei controlli, rispetto a cui le scuole sono assimilate ai servizi privati con necessità di verifiche quotidiane – spiega Cristina Costarelli, presidente dell’Anp Roma e dirigente scolastica del liceo Newton nella Capitale –. Si tratta di una disposizione che le scuole non possono sostenere, che necessita di tempi e di personale che gli istituti non hanno”.

Altre questioni ancora da affrontare, secondo l’Anp sono  “il coinvolgimento degli alunni fragili nelle attività didattiche” e lo screening anti-Covid per il personale scolastico fragile. “Se le scuole devono effettuare una simile attività di screening, chi ne decide la cadenza e i destinatari? In altri termini, lo screening sarà effettuato su richiesta del dipendente o sarà il dirigente scolastico, d’accordo con le autorità sanitarie, a determinarne cadenza e possibili beneficiari?”: domande, che al momento, secondo i presidi, sarebbero ancora senza risposta.